Pègaso - anno II - n. 10 - ottobre 1930
l ' Contributo alla biografia di Oriani 391 --------------- articolo : poche righe di amnunzio erano ritenute più che sufficienti. Chiunque osasse violare la misura di quel giudizio, si imbattèva in ostaeoli insormontabili: di tanto l'Oriani soffriva. Scriveva il 1° maggio del 1902: Cosa pensavo? debbo dirtelo? Che tu avessi finito come gli altri: nessuno parla dei miei ultimi due libri, che mi paiono belli : non ho nessuno .né in casa mia né fuori: sono così solo che i morti lo sono meno. Tu parlerai, scriverai: ebbene grazie. Colautti? Che dirti? Forse accetterà ? Il Carlino accetterebbe certo : cosi si toglie il ridicolo di non aver parlato e scritto esso. Schìnetti? Al solito non ha parlato né scritto. Quando mai di me degnò avvertire qualche cosa ? Era un articolo quello apparso sul suo giornale ? Del signor Gaeta dopo una sua let– tera gentile non seppi più nulla: non lo conosco. E tu pure hai avuto dei dolori! Come ne sono triste, amico mio, io che non vivo d'altro. E come vorrei essere con te un giorno ! Tu puoi intendere, tu, il segreto dolore dei miei ultimi due libri. Arturo Cola.utti ilil quell'anno dirigeva il Oorrievre di Napoli: si diceva gra!Ilde estimatore dell'ingegno dell' Oriani, gli chieç.eva spesso articoli che pubblicava in prima pagina, promettendo com– poosi che le difficoltà economiche del giornale IIlOnpermettevano di saldare; ma, ad onta di tutto, non stimò ,opportuno di pubblicare alcun articolo in cui fosse dato il giudizio meritato sui due freschi volumi dell'Oriani, di tamto superiori a troppa mediocrissima pro– duzi-One libraria allora esaltata e diffusa. Bisognava pur comunicare la situazione qual'era all'Oriani che si macerava sempre più del silenzio illltomo alle sue opere di fresco edite. Così egli scriveva nel giugno: Grazie ad ogni modo. E Colautti si raccomanda a mio cugino, a Milano, perché mandi articoli al Corriere! Quanto a S., me lo immagi– navo : ,è come gli altri. Ritira il tuo articolo che sarà bello, e mandalo al Carlino. A giorni andrò a Bologna per La figlia di Gianni, il mio ul– timo dramma che trionfò 15 giorni fa a Ferrara. Come vorrei che tu lo vedessi : -lo fa ZacconL Ma se verrai davvero a Bologna, scrivimi, verrò a Bologna io se tu non vuoi venire a Casola da me. Coraggio, amico mio: le tue prove cominciano, le mie mi hanno oramai esaurito. Alcuni giorni dopo : Grazie. La figlia di Gianni si darà, presto all'Arena del Sole, ma non so precisarti il giorno : aspetto lettera da Zacconi. Quanto agli articoli fa come vuoi, e ti ringrazio sin d'ora: malgrado che alcuni ne siano comparsi, la loro mediocrità rende ancora il libro vergine. Tu parlerai da pari tuo. Aspetto con tutto il cuore di abbrac– ciarti. BibliotecaGino Bianco
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