Pègaso - anno II - n. 10 - ottobre 1930
390 F. Del Secolo ' hai dunque dimenticato -che io discorsi non scrissi mai?. Improvviso, amico: trovo ciò più comodo e più facile; d'altronde i discorsi debbono essere dimenticati; e allora perehé scriverli? Notizie: eccole: a giorni Zanichelli esce con Bicicletta, tra un mese Sandron uscirà con Olocau– sto: ho a Milano un altro libro, Oro, incenso e mirra: ho scritto altri due drammi dopo La logica della vita, assassinata a Bologna questa estate dalla compagnia Reinach. Zacconi mi ha scritto oggi chiedendomi per Torino il dramma in cinque atti La figlia di Gianni : 'degli altri egli stesso è spaventato: eppure è indispensabile farsi fischiare per vincere finalmente la convenzione teatrale. Ebbene, amico, mi farò fischiare. Come vorrei vederti ! Ti manderò i nuovi libri appena usciranno : io h,o pochi.lettori, tu sei dei pochissimi che leggendo possono diventare giu– dici. Grazie : e un saluto per me ai tuoi amici. Ho scritto, strano eh?!, due poesie; le vuoi? Mi affrettai a dare amnunzio, nei Mattaccini, delle nu9ve pubbli– cazioni, a chiedergli le poesie, - una delle quali era il rugiadoso Mimtetto, - ad insistere per avere almeno la traccia della confe– renza tenuta al liceo R,ossini. Dell'ainnunzio non fu molto con~nto, sol perché avevo in esso menzionato un narratore bolognese, Adolfo Albertazzi, che non ebbe in vita il meritato riconoscimento, - né aincora l'ingiustizia è stata riparata. - Intanto pensavamo al modo di allargare qui a Napoli la fama dell'Oriami. Passavano, in quegli anni, sulla cattedra del Cir– colo Filologioo napoletano i più insig,ni Italiami, da Gfosue Car– ducci ad Antolllio Fogazzaro: ed ogni 0onferenza era motivo per creare .nuova sonorità di onde intorno al loro IIlome. Perché nolil avrebbe parlato al Filologico alllche l'Oriani? Ottenemmo l'ac0ogli– mento del nostro desiderio dal segretario del circolo, Vittorio Pica. Cominciai a far cenno dell'idea all'Oriani, .che dapprima così l'accoglieva : Ti manderò le poesie, e i libri appena usciranno, ma tu non abbi– narmi più con Albertazzi: niente di comune fra l'Ora e sempre e La disfatta. Non ho ricevuto da Napoli alcun invito e credo che non lo riceverò: d'altronde sarà bene, giacché il venire laggiù e la fatalità di restarvi almeno una settimana m'imporrebbe una grave spesa. Questo anno due disastri agricoli hanno peggiorato la triste mia vita. Quanto alla conferenza improvvisai al solito, e nessuno pensò a scrivere mentre parlavo. Che cosa mandarti dunque? Vale et me ama. Differimmo il proposito della conferenza ad ora più propizia. Purtroppo la tristezza deJl'Oriani diventava sempre più amara, .nel vedere che mnch~ Bi~ialet_ta ed Oloca,usto, dopo la pubblicaziollle, avevano la sorte rnfehce d1 Om,bre di occaso che li aveva preceduti la ~orte ~omune di tutte le opere offerte d'a' treint'a,nni al pubblico: I giornali del tempo IIlOncredevano quei libri lllemme.no degni di un BibliotecaGino Bianco
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