Pègaso - anno II - n. 10 - ottobre 1930

- Contributo alla biografia di Oriani. 389 Oriami attendeva, im. quei mesi, alla composizione del volumè Ombre d-i, OC'caso. Era am.oora triste del secco rifiuto ,opposto alla sua richiesta di far parte della spedizione al Polo -dél Duca degli Abruzzi, per evadere dalla solitudine del suo eremo·. Alcuni dei saggi raccolti in quel volume erano stati invano im.viati aUe riviste allora diffuse. Il mistero dell'a~rca, im.cui è illuminata originalmente la · _ figura·del Lucheni, e L'addio, il saluto al Duca degli Abruzzi, eraino stati respim.ti dal direttore della Niwva Antologia, Matgiorino Fer- · raris, il quale, a giustificare il rifiuto :della pubblicazione, aveva ad– dotto i suoi doveri ed i ,suoi scrupoli di ex -ministro della monarchia. Ed Oriani, in risposta, accennando all'ufficio di -Ministro delle poste -e telegrafi, rioord'ato -dal Ferraris, gli .scriveva che aveva ricono– sciuto nel giudizio sui suoi artiooli l'intelligenza dell'ex-postino. Chiuse le riviste, ne veniva la necessità di affidare le pagine bellis– sime, ,i,nspirate dagli eventi di quegli anni, al libro. Ohe purtroppo· non trovava facilità e frequenza di lettori, come il giornale e la ri– vista. Come scuotere il pubblico? Era questa la mira costante del– l'Oriani. Non restava che il teatro. Infatti l'anno dopo, nel luglio del 1901, Oriani affr-ontava il pub– blico dal palooscenico. ·E mi scriveva : Hanno dato all'Arena- del Sole il mio dramma La logica della vita; è stata una battaglia mal data, poiché i comici erano troppo sotto la media. Ora ricopio il dramma chiesto dallo Zacconi, che è in villa fuori porta Castiglione a. Bologna : -glielo porto a giorni. _ Sarai tu a Bologna? Lo augmo. Il mio ultimo volume - dmbre iti occaso - è_edito dal Beltrami di Bologna : non ne ho alcuna copia per mandartela. Scusami. Se non ci vediamo a Bo~ogna, vieni quassù nel mio deserto .. Qualche mese dopo, sul finire del 1901, s'iniziava a Napoli la pubblicazione di un giornale di polemica letteraria, col ti~olo che Francesco Gaeta aveva tratto dai famosi sonetti del Caro oontro il - Oastelvetro, I Mattaccini. Eravamo in quattro a scriverlo, da capo a fondo: il Gaeta, Alfredo Oatapano, Manara Valgimigli, ed il sot– to.scritto. Subito, in uno dei primi numeri, mi prova,i a rompere il silenzio di cui era circondato l'Oriani, ed a mettere in rilievo l'opera dello scrittore obliato e solitario. Chiedemmo di collaborare oon noi all'Oriami, che in quel momento attendeva alla pubblicazione di parecchi ·volumi ed annunziava una conferenza a Bologna. Egli parve lieto del nostro fervore giovanile, come appare da questa let– tera del 16 gennaio 1902 : Grazie della_ tua bontà: ecco, per contentarti subito. Ti mando .tJ1anoscritto il capitolo di Siena, nella terza parte del volume Bicicletta, che Zanichelli pupblicherà a giorni. Stampalo se te ne pare degno. Quanto alla confer.enza che il giorno 24 dovrò tenere al liceo Rossini 1bliòtecaGino Bianco

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