Pègaso - anno II - n. 10 - ottobre 1930

386 F. Del Secolo merte, solo interrotta da qualche nostro monosillabo od ·a tratti da ooo scroscio di riso, ogni volta che la parola sprezzante di lui rim– balz::i.vac-0n il rumore di un ceffone sul muso degli avversari, cioè degli uomini più nomati, nella politica, nell'arte, nella :filosofia, nello soorcio dell'Ottooonto. Oriani scendeva volentieri dalla solitudine del suo romitaggio di Casolavalseinio, per incontrarsi con noi. Creava a se stesso i pretesti per interrompere i silenzi del ,suo eremo, oon le vicende e le necessità della amministrazione dei suoi podèri. Spesso dalla tasca della giacca di ciclista, spuntava il oollo di una boccetta contenente l'as– saggio del vino delle sue tenute, la cui vendita egli si proponeva trattare. Quelle lunghe conversazioni non erano solo lo .sfogo delle solitarie meditazioni nell'eremo del Cardello, lo sbocco necessario a tutto un corso di pensiero, ma il oonf.orto all'ingratitudine dei contemporanei, un po' di fuoco a quella fervida anima che l'indif– ferenza durata trunti anni ormai aduggiava e raffreddava nello sconforto. Si scorgeva nella foga del discorrere, il bisogno di comuni– care le idee a lungo meditate e ,di misurame l'effetto, il desiderato effetto, sugli altri. In quell'abbondanza di parole, tuttavia, c'era sempre un filo conduttore, logico, o almeno di u[la rigida ooerenza. Si se:ntiva uno spirito che aveva la oonsuetudine, il gusto, la forza della meditazione su tutti i problemi; e su tutti si sforzava di me– ditare e di ragionare a modlosuo, e di giungere alle conclusi-oni deri– vanti da quelle meditazioni e da quei ragiona.menti. fu tal modo, da quei vari elementi del suo pensiero, esercitato e-on tenacia e con libertà, Oriani si era formata, a mano a mano, U[la personale con– cezione della vita, della politica, dell'arte, conceziOllle che pareva ed era in contrasto ool pensier,o corrente, ma serbava ed attestava una schietta orgainicità, oltre ad! essere animata dall'aspirazione ad una nobile e vigorosa idealità, ed espressa con parola calda, inci– siva, vibramte. Alla pubblicazione di ogni suo volume, aveva creduto di suscitare oo vivo fervore di polemiche, e non solo le polemiche non si erano avute, ma ~e3:11meno il_merit~to interessamento. Ad onta di ciò, egli aveva persistito, comvmto d1 n,Olllpotere e di non dovere esercitare altra attività che quella dello scritto re, e di d overe esercitarla solo per dire, ~n piena ed assoluta libertà, quam.to riteneva vero e giusto, senza_m~1 s?ttoporre la sua :fi~rezza sdegnosa a lle esigenze di quello che s1 dice 11mercato letterario. Credeva con fede im.vincibile alle pagine che seriveva, e più anoora, alla l~ro sicura efficacia, s~ nOlll [le_l .p_resen te, nell' av_ve~ire, [lOn ostante e contro il giudizio dei cr1tic1, ad onta dell'N1d1fferenza d'el pubblioo. Oostret_to ad a~lonta1narmi improvvisamente da Bologna, portai oon_me la_1mp_ress10ne la memoria viva dell'uomo e la coscienza di un'mgratitudme che a noi giovani spettava ripa.rare. Ero riuscito a BibliotecaGino Bianco

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