Pègaso - anno II - n. 10 - ottobre 1930
• P. MoRAND, New-York - Champions du monde 511 campione, accompagnato nell'ultimo viaggio da Van Norden, che è non . solo. un sopravvissuto fisico, ma, sopravvissuto alla sua stessa esistenza attiva, operante, americana. • Morand, dunque, prospetta la medesima civiltà che è studiata nella configura.zione topografica e nel movimento delle masse nuovayork,esi, riprovandola in alcuni tipi umani ch'egli pensa dì elevare addirittura alla dignità di personaggi romanzeschi. È un vecchio desiderio di Mo– rand quello di raggiungere un nuovo tipo di romanzo nel _quale il per– sonaggio essenziale non sia più l'uomo particolare con le sue passioni, ma la razza, la civiltà rappresentata dai grandi, multiformi e ondeg– gianti ambienti delle capitali e delle vie di comunicazioni, e da personaggi decisamente simbolici. Infatti, a considerare Champions du monde come un vero e proprio romanzo, lo vedremo ridotto, in sostanza, alle passioni di quattro p,ersonaggi maschili e dei loro equivalenti femminili, i quali e le quali non appaiono comprensibili, né in qualche modo umani e viventi se non come simboli essenziali e rappresentativi degli Stati Uniti. Essi sono, anzi, concetti e momenti logici d'una ·esposizione documentaria dello spirito americano. Dov'è, dunque, il romanzo ? Il valorl:.ldi questo libro come tale è di gran lunga superato dall'inténsità dell'indagine do– cumentaria. In forma di personaggi il Morand approfondisce la inter– pretazione già esposta in New-York. Lungi dall'ess~re opposta e divf,l'sa dall'europea, la civiltà america,na sarebbe lo sviluppo e il potenziamento di alcune caratteristiche forze europee in un campo di maggiori libertà materiali, ove i rappresentanti di tutte le razze potevano allearsi per -la comune lotta, mettendo da parte pregiudizi e tradizioni che li divi– devano in Europa. Ugonotti francesi e calvinisti olandesi, cattolici d'Ir– landa e puritani scozzesi, luterani tedeschi ed ebrei, ebbero agio di recare nello spirito comune il senso d'una severa e talvolta spietata mo-– rale. Ed ecco i casi tipici di questo moralismo che tocca di frequente i limiti dell'astrazione e del misticismo: Ram, il pugilatore, si uccide per un caso di coscienza; Brodsky, l'ebreo versatile e filosofante, si esilia per un caso di coscienza; "- 7 ebb muore sul suo lavoro, minato da un caso di coscienza; Van Norden p,er un caso di coscienza lascia distrug– gere la sua vita attiva dall'egoismo di due donne. Uno dei volti della vecchia Europa preromantica spunta di sotto questa eticità ristretta che non lascia respiro per una vera coscienza filosofica e per una ori– ginale letteratura artistica. Nelle fondame;nta v'è ancora la coscienza laica che dal Rinascimento, giù giù, ha formato il mondo moderno. Qui in Europa, la conseguente ascesi capitalistica non ha soppresso e an– nientata la complessa varietà della tradizione latina, ma l'ha convogliata seco adornandosene e in parte assimilandola. Negli Stati Uniti, invece, il puritanesimo ha potuto proced~re in forma integrale ed assoluta: il misticismo della organizzazione capitalistica è pervenuto ai più assurdi sviluppi senza perdere il nocciolo cristallizzato di utopismo, di missio– narismo, di istinto. predicatorio; ~eco nella realtà un Wilson o un Ford e nella .finzionf) romanzata di Morand un Ogden Webb. Questa parte dello spirito americano, - che è la parte direttiva, - pur essendo de– terminata da una tipica tradizione europea, p,er essersi sviluppata in un solo senso, quello dell'azione, non capisce più niente dell'Europa che BibliotecaGirio Bianco
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