Pègaso - anno II - n. 10 - ottobre 1930

R. MARTINELLI, Sud 505 giornalismi elencati. Scrittore paesano (non dico strapaesano) Marti– nelli fa un passo indietro ; e lui toscano si ricollega al Lorenzini,- a Jarro, _al Pratesi, al Fucini. Qualcuno crede davvero che nei giornaloni d'oggi non ci sarebbe più posto per costoro? PIETROp ANCRAZI. . 934 N eue Deu,tsche Erzahler, herausgegeben von HERMANN KESTIDN. ·Gustav Kiepenheuer Verlag, Berlin, 1929. (s. p.). ,Si tratta di un'antologia fatta da uµ giovane e con giovanile dichia– rato esclusivismo. Hermann Kesten ha ventinove anni e non ammette che ci possa .essere, nella Germania del 1929, una letteratura non mili– tante, non pensosa cioè dei ,guai del popolo tedesco e di quelli univer– sali del genere umano. L'antologia rappresenta dunque quel che suol dirsi una tendenza : ma il lettore non tema esclusioni preconcette. La tendenza riformistico-umanitaria è ormai tale nelle lettere tedesche che essa comprende, tranne pochissime eccezioni, tutti i giovani d'ogni scuola e d'ogni paese. Tutta la nuova Germania si professa oggi, in senso a-r– tistico, «piagnona)). Questo pia,gnonesimo ha due aspetti antitetici : è idealistico, cioè veramente universalistico, da un lato, ed estetico o piccolo-borghese dal– l'altro. La guerra è l'experimentum crucis dell'uno e dell'altro piagno– nesimo e l'uno e l'altro concludono ugualmente in pratica: « Nie wieder Krieg: mai più guerre!)); ma il primo, l'idealistico, vede nella guerra una tragedia dello spirito umano, e il secondo ci vede invece soltanto i casi atroci del signor «io». Il primo è quindi per sua natura costrut– tivo; il secondo analitico, episodico, acquafortistico oserei dire. Il lettore indovina già i due opposti libri che rappresentano i due opposti modi di vedere la guerra·: La questione del sergente_ Grischa da un lato e Niente di nuovo in Occidente dall'altro. Arnold Zweig (il cui libro esce ora, presso Mondadori nella traduzione di Enrico Burich) ha visto infatti nella guerra il dramma d'una giustizia immanente che condanna alla disfatta le razze e i popoli diventati ingiusti: ed il suo Grischa simboleggia con drammatica potenza l'insanguinato candore del genere umano. Il Remarque ci ha descritto invece con la più atroce finezza quel che fosse la guerra tedesca per un borghese colto, dotato di ·artistica sensibilità. Ed è evidente, da un confronto di cotesti due libri, che il punto di vista zweighiano è non solo moralmente più elevato ma anche artisticamente più efficace di quello remarchiano, benchè il volgo d'ogni• paese sia incline a preferire quest'ultimo al primo. Senza pretendere di dare alla divisione un valore assoluto, sarebbe facile dividere secondo i due opposti punti di vista anche i giovani te– deschi prescelti dal Kesten per la sua antologia. È ben palese lo spirito remarchiano in alcuni e quello zweighiano in altri. L'amara sensibilit~ borghese ·prevale senza .dubbio in scrittori come Arnold Weiss-Riithel che racconta con studiosissima compiacenza gli episodi tragicomici della lunga lotta fra un soldato che non vuol morire e i medici che vorreb- _ bero a tutti i costi farlo morire di fame. È qui lo stesso umanitarismo Bib'liotecaGino Bianco

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