Pègaso - anno II - n. 10 - ottobre 1930

500 L. RÈP ACI, La. carne inq1tieta alcuni tratti riassuntivi e un po' generici del carattere di Femia, egli ce lo voglia ribadir di proposito. - · Fatto sta che il carattere di Femia e quello di Beppe, l'antagonista, vivono senza cotesto genere di puntelli; ma di vita propria. Si rivelano, si formano, si costituiscono a grado a grado attraverso _l'azione; nella quale li vediamo, per cosi dire, cop.crescere. Da ciò Pi;nteresse che si prende alla lettura del romanzo, e che non cede neppure attraverso pa– gine prolisse. Il romanzo, dopo un paio di brevi capitoli d'ambienta– zione etnica in cui l'estro fantastico dèllo scrittore coglie quasi di volo notazioni felici ( « Ohi non conosce Gràlimi non sa dare un volto di pietra alla desolazione. Le sue case sono cimate dai terremoti e smangiate dal salino. Il vento vi fischia dentro come in uno zufolo, l'acqua vi crepita maJ'zialmente per le rotture dei tetti mal coperti dalle lamiere e dagli stracci, la canicola le avvampa col suo alito di leonessa .... ii ; la D,.eaPri– vazione in quelle case.... « sieòe tra la ma.dre sfiancata, dalle incessanti gravidanze e dalla·fatica diuturna, delle colture, e il padre irsuto e silen– zioso, dominando con la sua cura la numerosa figliuolanza, la quale vien su aspra e terrosa riottosa e taciturna ecc. ll) s'apre con una scena sel~ vaggia, che ricorda l'urlo dei mietitori di Norca: l'inseguimento not– turno di tutto un paese dietro due innamorati fuggitivi, Femia e Beppe, detto Ammazzalupi. Ma mentre la famosa « incanata ll dei mietitori av– vinazzati e pazzi di foia e di sole è tutta rilievo in movimento, e non v'ha luogo a pietà, sicché l'interesse del pòeta e del lettore dietro di lui si distribuisce, con un senso di distacco, a tutti i particolari del quadro selvaggio, in questo la partecipazione morale dello scrittore, e con essa del lettore, è tutta rivolta all'umana angoscia dei due giovani. « La fanciulla pareva non rendersi conto del pericolo che la minacciava. Se– guitava a correre stringendo una mano di lui nella sua, e neppur toc– cava terra. Al giovane sembrava una Madonna che volasse sull'erba di nn prato ii; tratto delicatissimo, che illumina di colpo la natura primi– tiva dei sentimenti dell'innamorato. Raggiunti, i due· giovani subiscono la violenza degli inseguitori, che fanno scempio della verginità di Femia. Da questo feroce episodio ha origine la vicenda dei protagonisti, e il romanzo s'avvia. Beppe è chiuso in galera, sotto l'accusa di ratto e di violenza carnale ; Femia fugge la stessa notte di casa, sta per uccidersi, ma un miracolo la salva, e si chiude in un convento . .Sia le pagine della s,ua iniziazione alla vita monastica fino ai primi voti, sia -quelle che narranò la tragica situazione di Beppe fino al processo, e al suo interna– mento in un manicomio, erano esposte ai molti pericoli di una situazione rettorica; ma Rèpaci ha saputo salvarle. E ciò perché egli ha avuto sin dall'inizio l'intuizione felice delle due nature dei protagonisti : la sen– sualità di Femia, deviata dapprima dall'atmosfera religiosa del chiostro e dalla coscienza d'aver peccato, riprende a grado a grado il sopravvento, e si risolve nella fuga dal convento; il temperamento primitivo e sensi– bile d' Ammazzalupi, dopo incubi e ambascie, si eqqilibra in una sorta di indifferenza apparente, in cui è viva, solo l'immagine della ragazza. Rèpad procede a rilevare e a determinail'e i caratteri dell'uno e dell'altra in modo parallelo, incastrando l'azione secondo l'intima logica del loro sviluppo. La seconda vita di Femia si svolgerà in un ambiente di lusso: BibliotecaGino Bianco

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