Pègaso - anno II - n. 10 - ottobre 1930
Oome conobbi Achille Campanile 477 da un momento all'altro col piroscafo Estella, e che attualmente gi– rano sulle spiagge posando per i gruppi delle « allegri' bagnanti di Miami». Bagnanti per procura, amanti irrequieti, fida,nzati in angustie, pesci messi alle tortur.e più orrende nello sfondo variopinto della stagione balneare e dei suoi stabilimenti; finché non capitano nella pensione i superstiti del vapore Estella miseramente naufragato poco lontano dalle scogliere sulle quali si sono potuti salvare i passeggeri. E qui si impernia l'azione del dramma. Per un fatale errore del capitano il piroscafo anziché essere fornito di cinture di salvataggio era fornito di cinture di castità, nelle quali rimangono irrimediabilmente chiusi i naufraghi essendo le chiavi andate a fondo. Per il ricupero di queste chiavi abbiamo scene di palombari, falsi e sedicenti palombari, palombari dilettanti e palombari veri, at– traverso_ un crescendo di impazienze di sma:nie di furori e di follie, dei disgraziati costretti nelle cinture. I marinai minacciano una rivolta, « vogliamo le chiavi! >>; « le allegre bagnanti di Miami » perduta ogni allegria danno segni di alienazione mentale; un famosissimo dongiovanni è in furori; e anche sagge ed attempate mogli non riescono a mantenersi tranquille, finché le chiavi inutilmente ricercate non ricompaiono den– tro la pancia di certi pesci serviti ad un pranzo di nozze. Ad un certo punto l'azione si trasporta in un antico castello dove il proprietario scrive ponderosi libri di filosofia e di letteratura: « le tenebre notturne favorirebbero il diffondersi della luce artificiale?», o altrimenti: « se Manzoni fosse vissuto altri dieci anni, avrebbe per avventura rifatto ancora una volta i Promessi Sposi?». Questo signore vive con la madre decrepita che da quarant'anni ingoia cioccolatini per potere, col dono delle stagnole che serba gelosamente, liberare un negro dalla schiavitù; e con una figlia, bellissima, vittima dell'atroce vendetta di un precettore che, non essendo riamato dalla fanciulla, prima di suici– darsi le insegna le principali parole della lingua italiana in una forma errata. r< Lì, dove ci sono quegli alberi, papà fa il porco. È vero papà che fai il porco laggiù ? Me l'ha detto anche il giardiniere. Fa il porco e il villano». E il povero padre, dopo avere pietosamente spiegato a' suoi ospiti la storia dell'atroce vendetta .... : « La mia povera figliuola, poco fa, voleva dire semplicemente che laggiù, dove sono quegli alberi, io farò il parco, perché in realtà ho intenzione di trasformare il bosco in parco all'italiana; e che farò anche il villino per quando sarà sposa». ,Ma è assurdo pretendere di dare dei campioni di un così indiavolato arabesco di comicità scoppiettante, nel quale rifulgono a centinaia le gemme oramai divenute la frase tipica dello scrittore. « Se sono mat– tiniero ? - fec.e. - Ah! Ah! Lei deve sapere che io, al primo chicchirichi del gallo, balzo da1 letto, corro a spalancar la finestra, getto una scarpa contro l'insopportabile bestia, richiudo la finestra e mi rimetto a dor– mire». Il libro si chiude con un Jazz-epilogo capogiro felicissimo, nel quale tutti gli eroi del dramma pacificati banchettano sulla riva del mare, con dei gendarmi che ne rimandano indietro le tavole colle sciabole sguai- 81bliotecaGino Bianco
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