Pègaso - anno II - n. 10 - ottobre 1930

474 A. Palazzeschi pelle allo scoperto. E dire ché le parti di forza, per chi ha abitudine di farne furono sempre fatte a corpo nudo, --' tutti gli atleti insegnino, - né E;cole, ch'io sappia, fece le sue fatiche sotto il mantello. Io invece no, provavo esattamente l'effetto contrario per modo che fra le due spinte, una all'avanti e una all'indietro, anziché scagliarmi sulla preda me ne rimasi lì, al mio posto, calmandomi a poco a poco. Il poverino forse erasi gettato su quel libro chi sa in quali condi– zioni eccezionali della, sua vita; sicuro ormai d'avere in mano quel se– greto che proprio gli mancava in quel momento .... Questo io pensavo, mentre il giovinotto alzatosi se ne andava un po' dinoccolato e a vuoto verso le cabine. . Un quarto d'ora dopo io ero ancora lì, e ancora lì le due ragazze con le teste unite sotto l'ombrellino, g uardando pensierose laggiù, sem– pre laggiù, povere illuse, senza parla.re , o scambiando qualche parola su cose praticissime della vita, l'or a, il sol e, il vento .... Ecco avanzare verso di esse proveniente dalle. cabine, un brigadiere dei carabinieri, dal– l'aspetto marziale; sul primo io lo osservavo avvicinarsi come si guar– dano tutte le cose che non interessano, finché un lampo m'illuminò, e guardandogli la faccia n'ebbi certezza: precisamente, era il mangia scrittori di poco prima, che veniva ad accomiatarsi dalle ragazze prima di partire. Le ragazze, vedendoselo avvicinare, guardarono subito me de– cisamente, che fino allora mi avevano appena strisciato cogli occhi, guardarono me che guardavo lui più deciso di .esse, prendendo· al volo, con una smorfia soltanto, la mia vendetta e di tutta la mia classe: 'Un brigadiere! Gran cosa veramente!' (vedete che cattivi servizi possa fare il vestito). - La bionda gli ciondolò due dita, fuggendo a gettarsi dentro l'acqua come una sirena dallo scoglio ; e la bruna, datagli la mano senza tra– sporto, con un sorrisetto corto corto lo congedò buttandosi bocconi sulla sabbia come per dormire, mentre il brigadiere si allontanava mogio mogio senza voltarsi indietro una volta soltanto. E vi posso assicurare che quello che si vedeva avrebbe giustificato tante girate di testa Ja, pigliarsi un torcicollo. Io però, giunto a Venezia la sera, mi procurai il libro di Achill_e Campanile Ma che cosa è quest'amore? per provare la mia impressione attraverso quella del brigadiere di Pisa. · Vi dirò subito che la lettura di quel libro mi fece ricordare quando bambino mangiavo il riso coi fegatini, e, regolarmente, sceglievo dal riso uno ad uno tutti i pezzetti di fegatino; e mia madre, che aveva fatto finta di non accorgersi del maneggio, non appena mettevo in bocca l'ul– timo fegatino me lo fermava in gola fulminandomi : _ Ed ora guai a te se non mangi tutto il riso ! Mi parve, quel primo libro di Campanile, un gustosissimo assieme di ·spunti e di trovate cucite più o meno abilmente e ch'egli vi si affa– ticasse attorno come un legatore di gemme per fo;marne un tutto. Ma seguitando questo artista a scrivere ed io a leggerlo attentamente le cose sono cambiate a segno che l' esempio del riso coi fegatini ~on calza più. BibliotecaGirio Bianco

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