Pègaso - anno II - n. 10 - ottobre 1930

Come conobbi Achille Campanile 473 Quello che si capiva a colpo si è che la conversazione languiva, o, più preciso, intaccava sopra un argomento per il quale al fervore del giovinotto non rispondeva quello delle ragazze, o, almeno, d'una delle ragazze, che sarebbe bastato; giacché il gagliardo pisano puntava sulla bruna che ,rispondeva sorridendo e giuocherellando colla sabbia, un po– chino come un ottimo schermitore che pari tutti i colpi e non ci sia verso di toccarlo. Anche lui giuocherellava colla sabbia, facendola passare a vaglio fra le grosse dita senza agilità, e levando di quando in quando lo sguardo sull'oggetto desiderato, osservando se e fino a qual punto p,enetrassero in quello le sue parole. _Maahimè! che per il momento in quella epider– mide bruna penetravano soltanto i raggi del sole. La ragazza bionda faceva un po' da guastafeste per il giovinotto, e serviva un po' da appiglio all'amica per evadere il campo del discorso quando diveniva troppo stringente; essa rispondeva distratta, guardando laggiù laggiù dove sembra che cielo e mar<:lsi stieno baciando, come dicevano gl'illusi del romanticismo, - misero inganno anche questo, ché quelli non si baciano un corno, - tanto che a poco a poco, non po– tendo. approdare sull'argomento vivo, la conversazione si spostò accen– dendosi notevolmente sullo stesso argomento per via dell'arte, povera arte! E voi già avete capito di quale argomento si trattasse: l'amore, per cui il dialogo prese ardore di disputa, trattandosi di una faccenda cosi essenziale per tutti e tre. · Fu qui precisamente che la mia attenzione, che fino allora aveva sorvolato di scorcio i tre vicini, si acuì al punto di non perdere una sil– laba del loro discorso. Non vi starò.a descrivere quale fosse la mia impassibilità nell'ascol– tare le predilezioni delle ragazze in fatto di romanzi, di racconti o com– medie, i loro gusti e disgusti, l'idea che si erano formata esse dell'arte, povera arte! Abituato ormai a sentirle sparare dalle teste più grosse, vi potete figurare quale effetto mi facesse quello che usciva fuori da due bocche innocenti. Ma le cose cambiarono non appena il giovinotto con quell'accento rozzo, ma adesivo e caldo, espresse la sua insodisfazione completa d'ogni libro d'amore che avesse letto, trattandone gli autori come ladroni in massa, che gli avevano carpito tempo e denaro colla suggestione dei loro titoli bugiardi e coll'inganno delle copertine sedu– centi, lasciandolo irato ed inerme, deriso, di fronte all'affannoso pro– blema che lo agitava. Povero disgraziato ! : non era il caso, il suo, di gettar soldi in parole. E fece convergere "tutto il suo sdegno e l'accumulato rancore in que– sta esclamazione: - E Campanile? 'Hanno letto Ma che cosa è que– st'amore ? Io non so che cosa gli farei a quello ! Quello è peggio dei futuristi! All'offesa lanciata verso bandiere che mi appartennero, essendomi io solo pentito al -II1ondo delle cose che non feci, sentii scattare come una molla dentro di me, e fui sul punto di balzare tremendo contro il villano pretenzioso; ma,, npn so come, guardandomi addosso, un'altra molla mi scattò dentro, dandomi un secondo sussulto, ma all'indietro questa volta, quasi mi fosse impossibile di cimentarmi a quel modo colla Biblioteca Gino Bi.ance

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