Pègaso - anno II - n. 9 - settembre 1930
Solafugo 335 colpo di gong cui ,segue urn leggero tremolìo di sipario. Accosto un occhio al buco della tela e ammiro ancora una volta l'imponente spettacolo della folla, poi tiro fuori l'orologio. Sipario ! La scena è suggestiva: rap,prese:nta la terrazza della reggia di Solafugo, che dà sulla marina jonica. Profumo di aranci in fiore. La primavera di Magna Grecia sveglia nel console r•omano lo ,spirito dell'amore. Le d8!nzatrici al suono di 1llil flauto i:ntrecciano una danza ai ,suoi piedi. Solafugo disprezza ,non o-uarda il suo pensiero - ' h l è altrove, e va al balcone e sospira, rientra sulla scena, si stiracchia sba,diglia. Più tardi si confida a una ve<'chia paraninfa che, raccolt; molte pietre preziose, gli assicura che si recherà da Melina per per– sua,derla ad amarlo. Ma la donna ritoma inviperita COIIltrola ver– ginella, comunicando a Solafugo i di lei pii propositi : « Melirna è da tempo sposa di Gesù>>. L'innamorato sobbalza : « Hai détto, me– gera?>>- « Melina è cristiarna, ho detto». Solafngo perde il ben dell'intelletto e dal dispiacere e dalla rabbia che prova, si abban– dona a u,rncumulo di strarnez7.,e. La tela cala, ed il pubblico ap,plaude strepitosamente. Sipario! Masuccio Pelo, gli altri attori, compresa la paraninfa ed io ci pre– sentiamo, :fioccano i battimani. I venti minuti di intervallo tra il primo e il secondo atto io mi seinto come ubriaco, felice. Il successo mi arride, a mezzanotte io farò i conti con l'impresario, domani sera replica, e poi altra replica e poi partiremo, arndremo via da q\lesta città finalmente. La gioia è negli occhi di tutti i miei com– pagni, eccetto che di Masuccio e di Mammolinetta. Si direbbe che il Pelo non sia contento del successo, quasi che non volesse venire con 'tutti noi in tournée per rnon farsi seguire dalla piccola i:nnamorata. La prima attrice, chiusa nel suo camerino, non sa far altro che piaing·ere. Se le chiediamo che male ha, non risponde. Se le si domamda : - .Soffri per Masuccio ? - lei risponde di sì e non dice più nulla. Ma io vorrei distrarla. La sera estiva è bellissima, con il cielo stellato e le strade abbeverate da poco e i fuochi di bengala sparsi nelle aiuole dell'Anfiteatro odoroso di magnolie; e altrove, lontano da questa città la sera sarà ancora più bella, o ,Mammolinetta, e la vedremo e la vivremo insieme prestissimo. Le bacio UJilamanina, e non le parlo. Fuori del camerino la vecchi-a madre fa la guardia alla figlia anche ora che nessuno se la vorrà più rubare tranne il sottoscritto che la amerebbe anche ora che la :figlietta ingenua ha peccato. Nell'altra ala del palcoscenico Masuccio Pelo si abbiglia da ti– ranno, e sulla porta della sua loge c'è appiccicato UJll cartello con la dicitura: « Chiunque desideri conferire con Pelo cav. Masuccio si faccia annunciare dal custode di servizio>>. Ohe arie che si dà. Perfino il redattore dello Sq11illo non è stato ricevuto. Durante Bibl'otecaGino Bianco
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