Pègaso - anno II - n. 9 - settembre 1930
330 À.. A.niante Eccolo là irato come u!llsemidio, con quei grandi occhi che mette- . rehbero in fuga uno sciame di bimbi, e di uomini pure. L'ira loco– glie in p'articolar modo quando ha la camicia alla, Robespierre e i pruntalo!lli bioochi, la, gioia dionisiaca si impossessa di lui allor che· sta in accappatoio o in costume da bagmo; mentre, fotografato in smoking, è triste come un crisamtemo. O .segreti mirabili della psicologia umana, ! Le donne vanno pazze· di lui, e bisogna vedere come lo guardano al lido quando egli rimane esitatioo nella corntemplazio!lle del misterioso orizzonte, portandosi spesso com le dita le chiome in ordine. Masuccio accanto a, Manimo– linetta faranno impazzir la platea. Mammolinetta semplice ma bella e sed'ucoote; Masuccio, curpo, mi!llaccioso, selvoso e maschio. L'a1nsia mi divora,. Nasoostosi il sole dietro i palazzi neri del settooento, gli artisti della pia,zza si raccolgono al Lyo!ll-Bar. Si vede da un miglio lon– tano che sono attori, gente di teatro; originale. Masuccio Pelo me li presenta a uno a, uno, uomini e don!lle co111 i lattanti al petto, vec– chi e giovani. Poveracci. Coraggio, Masuccio Pelo farà compagnia com Solaf'ugo e vi darà a tutti da mamgia,re. Questi che oggi son detti guitti, domani, sùbito dopo il trionfo d~lla mia opera,, si chiame– rainno attori. La loro miseria mi addolora. Io no!ll ho più sigarette da offrire, ma quelle poche c,he ho date durano nelle dita degli arti– sti un'eternità, con esse fumano tutti, maschi, femmine e pic,ciniT con un pia,cere che mi commuove. Io leggo nelle loro facce di sca,mi callli da caccia turtta un'odissea stracciona. Si moltiplicano all'odo'!.' d'el denaro; era,no dieci, oggi sono venti; ma c'è lavoro per tutti in Solafugo, dice Masuccio Pelo, bevendo l'aperitivo. Le prove hamo inizio al Lyon-Bar, continuano sul palcoscooioo dell'Anfiteatro che si inaugurerà con Solafugo fra quindici giorni precisi. Io assisto, dirigo, mi apparto, intervengo, mi lllascondo per osservare, inosservato, gli errori della r·ecita,zione, mi getto come Ullla belva sugli attori tutte le volte che si afflo.sciirunoo .si distrag– gono, e roteo la mia canna d'India per intimorirli, e Masuocio Pelo prova in falsetto per rispa:i;miate tutte le sue energie, e sta seduto in mezzo al palcoscenico, ma anche lui si alza e caccia un urlo ap- pena il seguito si avvilisce. · Si compiono i miracoli della volontà uma1J1a,se si pensa che i guitti lavorano totalmente digiuni, tormentati da una fame canim:1:_ Ora l'uno ora l'altro si piegano verso la f01I1tana d'acqua fresca e bevono per assopire la fame, quindi chiedono un•a boccata di fumo a chi ha, li'!Ilasigaretta illl bocca e riprendono a provare con una voce rotta e penosa. Le tre lire che mi passa la, mamma le divido tra g,li attori, toccano pochi soldi ciascuno, ma s'è d'accordo che piglie– ranno una vera e p~opria paga a partire dalla prima recita. Lo spet- BibliotecaGino Bianco
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