Pègaso - anno II - n. 9 - settembre 1930
326 A. Aniante Le amicizie si frunno sempre pm m oosso, abilmente: Ull1 pro– fessore mi presem.ta un ragioniere, il quale a sua volta. mi fa o~no– scere suo cognato c he è esattore, questi ·mi presenta un suo intimo amico elettricista, il ,quale ha il piacere di farmi stringere la mano di un giovrune faleg,name che si affretta a regalarmi l'amicizia di una guardia di pubblica sicurezza che ,proprio oggi è al caffè i~-. sieme con suo fratello, cameriere di ristorante. Di questo pas,so 10 scenderò :fino al lustra-sca-rpe, e pare che questa maniera di oompor– tarsi sia dem-0crazia, oosì almeno la chiamano aJcuni, e il primo a darne l'esempi-0 fu l'-0norevole Giuseppe de Felioe che rundava a spasso con gli scaricatori del porto, sbucciando le fave ootte a. una a una su dalle tasche tiepide. Mi son guaadagna;ti certi amici maneschi che non ,sainno essere espansivi che oon le mruni, con le mani sudate perché il caldo è già cominciato ; s-0ltainto così am3Jllo far vedere che godono della. mia intimità, mi si buttano addosso affettuosamente e mi accarez– oono con il pollice e l'indice un orecchio, mi pizzicano le guance, mi Rtringono duramente i p olsi, mi dàrnno della carogna e dell'uomo tradito, mi puntano com.la canna americana al petto, poi m'affer– rano le dita, volen do to11c ermi il bracci-0 e farmi inginocchiare. Non swprebbero mrunifestare altrimenti la loro simpatia eccetto che con le lividure, o sporcandomi la giacca co:n il ca-ffè, o gettafil– domi un fiammifero a<:,cesoe un bicchier d'wcqua gelata aidldosso. Quindi pagimo le consumazioni, come per dire che son ,dispettosi ma buoni com' angioli. Per la so1,a.cosa che pa,gano io IIlOIIl riesco a c,onservargli rainoore, e mi abituo ·alle loro mainiere barbare, e li imito infine molto bene e d provo gusto a pizzicare le guance del più debole fria gli amici, a stringergli duramoote i polsi, a dargli della carogna e dell'uomo tradito. Qualche volta si trascende al 0orp9 a corpo, anche questo amichevole, e si va a :finire sotto i ta– volmi. L'affiatamento con l'uomo comune IIlon si limita ,a, una -semplice amicizia, più tardi comi_nda l'invidia, io pr,ovo invidia degli amici soltanto perché qualculllo di essi può entrare e uscire a qualUlilque o;ra dalla casa di Ma-mmolinetta, per esempio. La sua casa è pirunterrena, .buia, sudicia, suo padre è ulll lam– pionaio torvo ma innocuo, i suoi IIlumerosi fratelli lavorano al molo la sua vecchia madre è una donna pessima e lei MMnmolinetta~ vive in quella casa ove si dorme in pochissh~i letti e si mangia ab: bondruntemente_ insalata di pomodori e peperoni coltivando l'ami– cizia di molti cittadini che pur di sta.rle vicini ~i dichfara:no atmi– cissimi dei fratelli suoi. No~ son poc~i i miei colleghi che si vantano di aver eonquista,to, la :fìghetta, ma w fi1I10 a ,staseria non ho capito chi tra di essi sia di lei il preferito. Anche ,con me è g'€ntile, anche a, me ha detto di ve- BibliotecaGino Bianco
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