Pègaso - anno II - n. 9 - settembre 1930

Fogli di diario 303 così che l'uomo e la bestia si t1•ovarooo di fronte, l'uno agitando cautaimente lo stocco nascosto sotto la pezzuola scarlatta l'altro . ' già stamco, dissanguato e rassegnato al peggio. Per l'uomo fu fatica da poc,o: m.trecciò intorno alla bestia, con straordinaria agilità e destrezza, alcuni passi ,o figure; ma, né l'uno né l'altro uscirolllo più dai limiti della loro ombra. L'immenso amfiteatro pareva ridotto ad un piccolissimo' cerchio, e fu lì, dove si erano ÌIIlcontrati, che l' « espada >>,misu rnto il colpo con la calma di un tiratore di schioppo, conficcò diritta la sua lama fino all'impugmatura nel collo già sanguinante del toro. Fu un attimo, e il toro, ÌIIldietreg– giando, s'inginocchiò. Allora, fra le grida, deliranti della folla, men– tre il vittorioso, seguito dai suoi aiutanti, faceva iITT. gran fretta il giro dell'arena raccogliendo di quamdo iITT. quando un cappello e ributtandolo a chi glielo av1pva tirato, il «punterillero » finiva la bestia oon un colpo di punteruolo in fronte, e le mule tutte sonanti di bubboli trascinavamo via al trotto quel corpaccio rovesciato. Caddero così, l'un dopo l'altro, sei tori, tutti presi nella rete delle belle cappe paonazze per fi,nire tutti di quella stoccata. Il trionfatore della corrida fu un «matador» catalano, di nome Gil Tovar, che abbattè due tori oon due colpi, mi fu detto, da maestro. Anzi mi dissero che il secondo toro, nell'ingiJTiocchiarglisi vinto di, nanzi, aveva trovato atllcora la f.o.rza di esclamare iITT. 11111 sospiro : « i Visca Oatalwna aitnqiie yo mucr(l, ! ». E questo fatto. riferito poi da un cronista, piacque molto a.i Barcellonesi, i quali, come tutti sanno, sono quarnto mai gelosi e orgogliosi della loro nazione, ÌIIl odio agli .Spagnoli. FÌIIlito lo spettacolo, la folla dalle gradinate si rovesciò nell'arena: Specie le donne erano curiose di vedere d'a vi– cino le sei macchie ancora fresche di saJTigue,e di tuffarvi la punta dello scarpino. Fuori, la, gente sfaccendata della domenica era tutta ai balconi, ò seduta come usamo iITT. lunghe file di sedie sui marcia– piedi, o alle tavole d'ei caffè e delle bettole, per godersi il ritorno dalla oorrida. LIMOSNAS. Nella chiesa di San ·Agm,'t:im,in Barcellona, si venera un'antica immagine di Nostro Signore in leg,no scolpito e dipinto, gramde al 111aturale,tutta ooperta di piaghe e di samgue, con lunga chioma, di capelli morti ma veri, fluente sugli omeri fino a mezza schiena. La statua è posta i,n alto, dietro un altare, e i devoti salgono su per una scala 111ascosta baciarle i piedi trafitti d'alle pietre e dai pruni. In questa chiesa le elemosine vengono raccolte con un ordirne meticoloso, i,n modo che non possano 1I1ascereconfusioni o litigi. A ognu[lo vada il suo, per carità, llOIIl facciamo pasticci: conti chiari e amicizia lunga, non si sa, mai; proprio come accade nelle famiglie BibliotecaGino Bianco

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