Pègaso - anno II - n. 9 - settembre 1930

Sulla critica e la tecnica dell'arte 297 e dopo i reper tori iconografici, adoprerà i canocchiaJli a cento in - grrunidimem.ti, e magari i raggi x : tutte queste sono circostanze estrin– s eohe, e no111 portano a nessuna a,ocusa di meccanicità e materia– lismo. Si può afferonar,e, al contra.rio, che 111eloro fondamento e negli sç,o,pi, queste riceriche oostituisoono la più vigorosa espres– sione di critioa ideaJistica. D'una critica, cioè, che riconosce a principio vitale la CO!Ilsideraziooee l'intelligenm dello stille. Infatti, nel cosiddetto « a.ttribuzi®ismo >> •sono rundate naturraJ– mente a confluire le migliori oonenti di critica formale; a ,trovarvi ie aprplicazio111i e lliaconferma della propria ragi0111e, a.a: U111 tempo estetica e storica. ,Si ,ripete sempre che la critica è attività quasi in tutto nuO'Va. E 1111 rp,rinc.iipioosservammo quamto acquisto, alla critica e storia delle arti e delle lette 1 re, vsenisse nel secolo scor,so. La novità della critica russume maggi,ore evidenza nei particotlari riguardi delle arti :figurative. U111 ,sag,gio del De Sainctis è già cosa molto diversa da un libTo di Qui111tiliano. Ma tale diversità appare trascurabile, in 00111fr,onto a quella fra un notiziario del Ghiberti o una biografia .vasariama, e una trattazione del Berenso1n o del Wolffim. Sembra che solta1I1toneillo scorso secolo gli uomini abbiano co– mmciato a saper determinare a se stessi, in formule più o meno esatte, che oos•a li mteressi nelle opere d'arte figurativa, i.lJltese specificamente come tali. Che soltanto <la allora •siianovenuti a poco a pooo decifrando il segreto <lella c.onve:nzione plastica. Gli antichi ar,t1sti certame1I1te .si rendeva1110co,nto deil1e proprie preferenze e maniere. Giotto e 1Maisaociosanno, almeno in parte, che cosa signi– fica e a che eosa li porta l'istim.t,o del volume e del modellato. E Simo111eM artini con osoe ,da quali artifici .possa essere esaJtaito al grado più illltem.so i l proprio lirismo lineare. Ma i significati cor– risponde nti ,a .idiversi stili e aille diverse opere, i critici si conten– tava.no di tradurli in un linguaggo vagamente rummirativo, o in ' t ermillli lettera,ri e religiosi. Al più, come il Vasari, il Lomazzo ecc., mostraV'allo U!Ilaimt.elligenza del mestiere, e della materia ,pitto– rioa; del movimento d'uno scorcio, <lel vaJlore d'u,n tono, della sontuosità di un i.n.J:Lpasto. Soltrunto di recente, e il Baudelaire fu in ques,to uno dei precursori, s'imparò, per dir così, a ootrare lllelle pitture; ,a riportare i,n sensazioni ragionate lo slancio delle linee, lia bilancia. dellle masse, la gioia dei colori; a rivivere dentro le opere d'a:rte oome in un corpo mitologico che per magìa ci fosse prestato. E oosì la critica. va elaborando e verificando concetti formali ; quaJi, per esempio, il Berenson _propose (a volte con apparenza tutta empirioa) .sotto specie di cc valori tattili», cc omposizione spa– ziale», cc linea fUJI1zi01I1ale )), ecc. Può essere, anzi è certo, che si resti anoora, ad urn uso troppo rozzo <li si,milli concetti. E lllon si . B~bl;otecaGino Bianco

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