Pègaso - anno II - n. 9 - settembre 1930

Sulla critfoa e la tecnica dell'arte 291 tificate amdruvano a oollocarsi 111el catalogo deH'un.9 o l'altro fra i maggiori a;rtisti. Tali catalogrhd. aveva,no p,reso oo ,allungare in modio aJllarmamte. Ora saltava fuori U.IIl nuovo Gfotto, ora un 111uovo Gia,m– bellino, 11IIl nuovo Tiziano. A v-0lte si trattava di ,scoperte preziose. A v-0lte, di abbagli e imiraggi, da pa,rte di critici, cupidi 111aturalmeinte di legare il .pr-0prio nome a, quaJcuna di queste rivelazioni. E c'in– fluiva, mag,a,ri, l'ambizione dei collezi-0111isti. Né erano da esc1udere, talora, move111ti meno sinoori: r-agioni, in.tendo, di schietto oorattere commerciaJle. R ioono sciruto che una t~ola ripeteva, oon poche e non spiregevoli vari <am.ti, i motivi d'altra tavola, certamente autog,rafa, documen– tata, frrm ata e datata; arrivati, a oosi dire, sulJla so,glia dello studio del maestro, coordi111ate tutte le probabilità, perché n-0111 fare un aàtro piooolo passo, e 1110n oompletare la sa-cramentale attribuzione? A forza di pioooli passi, i cata1o.ghi e gli elenchi d'opere diventavam.o interminabili come strade maestre. E il grado stilistioo, il livello di produzi-01I1e, a111èhe&gli artisti supremi, tendevano ogni gfomo .aid apparire più confusi ed moerti, a forza di illlclusioni imprudeinti quaIDto generose. Alllora fu il momento di cambia,r sistema. Lnvece di aJcu111e msso– miglianze e ,pr,obabilità d'ordine generale, in base a cmi opere fai parte discordi erano state registrate sotto la stessa illlsegnà, e poste sotto l'a.utodtà dello stesso a-rtista; si oominciò a tener oonto delle dli.:fferenze, .più o me1110 spiccate. Ed a creare, e ,battezzare con nomi di vario stile, ora poetico ora tecnico, ipotetiche perS0111a,1it,à da far vivere ai ma.rgini e sotto l'influsso delle personaJlità gtoriche e di maggior risalto. Nacquero, così, l'Amico di Sa111dro, il Maestro del Ballllbino Vispo, il Maestro della- MadOIIlllaRucellai, l'Ugolino Lo– renzetti poi Maestro della Madonna di Sa111 Pietro in Ovile ; ieri stesso, il Maestro del Trittioo di Digioo.e. Si- a,g,giu1I1gano a questi a1tri cento nomi dl'artisti le cui opere avrebbero potuto attdbuksi (ed eram.ostate attdbruite) ad un-0o all'altro dei pittori tradizionali: Botticelli, Ugoli1110 da Siena, Duccio, Cimabue, Pietro Lorenzetti, nOIIl fosse quel piooolo segno, quel 11100, queil oap,riocio, quello s.ga, No. Ma il neo, lo sgarro, comunque minimi, esistevano, né si potev an negare. Valevano come illldizio d'a,ltra persooalità da quella prima aooo,lta, oome marche d'rnna ori,gine diversa. E se mancava111-0 tradi– zioni e documenti, pegigio per i documenti e le tradizioni. furutile dire che, a111che su quegto caipitolo, g1liumoristi non stet– tero né stadlno zitti. E se la ridda, il palleggio delle opere f.m gli artisti illustri era1110 stati pretesto a sarcasmi, il giuoco sembrava diventare quasi più divertelllte, ora che erano ammessi a ipartecipani questi fantasmi, queste larve, questi « ritratti im.ma.gilll,ari », questi supp,ositi dal nome strambo o peda.ntesoo, questi paJ.!lidifigli della manìa e della boria erudita. BibliotecaGino Bianco

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