Pègaso - anno II - n. 9 - settembre 1930
Il Carducci e ·il Marradi 271 Ohiarillli incuoravano con forti parole il poeta livoroese, il quale ne dava immediatamente 1I1otizia all'amico Gianni (9 febbraio '80) : Anche lo •Stecchetti mi ha scritto, e dice che mi compiange perché fo l'insegnante. A proposito : mi scrissero -10 Stecchetti, il Carducci e il Panzacchi. Il primo (che più di tutti si atteggia a grand'uomo) mi dice che ho molto ingegno e che devo esser contento perché i miei versi hanno (111JUto le fodi dei critici più difficili. Il Panzacchi invece dice che mi ammira e che o prima o dopo giustizia non mi può mancare ; sic– ché egli è d'avviso ch'io non abbia avuto il mio sfogo, come dice il Fu– cini. Il Carducci mi ·scrive una lunga lettera, piena di giudizi bene- - voli e di consigli, e mi dice che fra tutti i volumi di versi usciti negli ultimi due qnni il mio è incomparabilniente il rnigliore; parl)le testuali a cui tengo molto, perché in questi due anni sono usciti i versi del Pan– zacchi (Vecchio ideale), del Chiarini, dello G)loli, del Procacci ecc. Delle tre epistole sopra menzionate, quella, che proprio graditis– sima. giunse al Marradi, c-0me manna dal cielo, fu la lettero111a del Carducci, piena -di cordialità e di buone sperooze, che qui trascri– viamo dall'originale : Bologna, 14 Febbraio 1880, Mio caro Signor Marradi, Ella, a parer mio, ha molte parti buone d'artista: facilità di fan– tasmi, scorrevolezza di colorito, mobilità di sensazioni, onda e tenore di verseggiatura quasi sempre felice, correzione di forma, cioè di lingua e di stile, oggi ra,ra. Tutt'insieme il suo è il libro di versi incomparabil– mente migliore fra gli usciti in questi due ultimi anni. Quello che Le manca non Le voglio stare a dire io ; ci pensi. Le dirò ciò che mi piace più, che mi pare più suo e più nuovo: quei paesaggi umbri. Non RO :;,e Ella intende continuare a comporre. Se si, prenda l'arte come una reli– gione, non la sacrifichi mai, non dico alla vanità o all'interesse (che non è il caso con Lei), ma all'aure del giorno. Cerchi dentro sé, nell'anima sua profonda, nella natura vera, quello che l'universo parìa e dice a chi l'interroghi nella solitudine pura. Lasci per un pezzo di leggere H Guerrini e me. Ritorni ai grandi antichi, ai greci; studi gl'inglesi e i tedeschi, che sono poeti oggi molto più di noi, molto più veri poeti, massime gl'inglesi : gli studi in confronto ai greci e ai nostri antichi. E poi trovi anche Lei qualche cosa di nuovo. Perché il passato, anche di quattro o cinque anni fa, è chiuso. Voglia salutarmi il mio buon Procacci, al quale sono debitore di tanti ringraziamenti per il libretto dei suoi versi che non so perché volle intitolarli Vecchiumi. E lo preghi d'un favore da parte mia. Sta per uscire la edizione definitiva dei miei Juvenilia, alla quale premetto alcune o molte parole in parte di autobiografia. Il · Procacci nel '61, quando mori il Salvagnoli, scrisse, fra altre cose, che egli fu il Rolo a pensa,re a ine che non chiedevo nulla. Forse il Procacci può ricordarsi BibliotecaGino Bianco
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