Pègaso - anno II - n. 9 - settembre 1930
268 L. Pescetti Né piu 'l Marradi allégrati le sere àell'aurea lira con gli arpeggiamenti: lo Straccali e il Gentile entro il bicchiere affogano, ammirando, i cuor dolenti. El la tua giovinezza ora è finita, e come donna amante ella s'invola, che a dietro si rivolge e sulle dita t'invia pur baci; e il cuore si consola ; ma più non tornerà .... Un anlllo prima, Labronio stesso più serenameillte aveva cantato: Noi pur che avemmo di ribelli il grido, i goliardi, i oieri<Yi vaganti, ai passi incerti ed ai cervelli erranti cerchiam riposo in un giocondo nido; il nido della pace e dell'amore, ove al sole de' forti anni virili la poesia germogli, unico fiore 1). Guido Mazzo1I1i,accinge1I1dosia scrivere, nel 1887, il profilo del Marradi per la Oronaca Minima) non trascurò di chiedere all'amico Labronfo ed al Marrenghi notizie intomo alla vita giovanile del poeta. E il Marradi, oltre rispondere direttamente al Mazzoni, i1I1di– rizzò al caro Gianni una lettera, in data 2 dicembre, dandogli tutti i ragguagli richiesti, dei quali il Mazzoni si valse per il suo meda– glione. Fra l'altro, il Marradi scriveva: Il mio periodo universitario, specialmente il goliardico, il Maz– zoni lo conosce da sé, e tu potresti forse trovare fra le mie lettere e le mie poesie qualcuna di quelle carte curiose che egli vorrebbe. Fra le altre, puoi copiargli questa parodia che non credo sia conosciuta da lui; e qui il Marra.di vergava quell a lunga e oscena tiritera, sullo stampo dell'Io triumphe carduccia.no, dalla ,quale, -e non c'era proprio da far altro, - il M azzoni ha po tuto scegliere e pubblicare due strofe, dove Labro_ni~parla di sé e dello pseudo goliardo Guid'o Biagi, il più sennato dei cmque. E Labronio : - Una zucca anche di legno con questa gente infame bastava. Or fuggo : ci vuol troppo ingegno per passare all'esame 1 ) Oronaoa Minima, I, 15, 17 aprile 188i. >. ' Biblioièèàdìn'oBianco ; ·
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