Pègaso - anno II - n. 9 - settembre 1930
266 L. Pescetti rucci bibl. della Laurenziana. Ella m'immagino, farà versi. Ella ha nu– mPro copia colorito vena: cerchi 'un po' più di varietà, e vediamo d'im- ' ' ' . t· . M Ell primere imagini forti e agili in una forma determma 1ss1ma. a a, se vorrà, potrà far bene. La saluto. Suo GIOSUE CARDUCCI. Poco dopo, ai primi di novembre, uscirono, editore lo Zainichelli, le Odi barbare, vigilate, fin dal frontespizio, dall'agile figura della Vittoria di Brescia. I nuovi goliardi avevruno uno strruno e bizzarrissimo statuto: il primo articolo negava l'esistenza di Dio, del Re e del Direttore. Non ebbero infatti ma,i un capo visibile: ognuno faceva e disfaceva a piacere; ma, dietro le quÌillte, il buon Bartoli, deposta la toga ac– cademica, guardava con paterna compiacenza l'opera dei suoi liberi alunllli, che era in parte anche frutto dell'oper~ sua-, e no!Il sdeginava di essere da essi salutato Golia. Il giomale goliardico durò quel solo anno accademico, e col se– pararsi dei giovani amici morì di stento, fra il ri!llcrescimento di molti. Alla fine del '78, la Goliardia agonizzava. Ce lo dice il Marradi, Ì!Ildata 7 novembre di quell'anno : La compagnia goliardica, mio caro, è in gran ribasso. Regna fra noi un umor nero, e mi annoio. Severino non ba che due ore di libertà per venire•a pranzo, e alle 7 ½ in caserma; ed era lui insieme con me l'anima del cenacolo. Mancando lui, son rimminchionito anch'io, e penso con regret a' tempi che non tornan più; e mi annoio. Poi tutto fini davvero; e i Goliardi si dispersero a' quattro vooti d'Italia. Rimase sempre in tuW, dolce ,nel cuore, la rimembranza di quelle liete irrevocabili giornate fiorenti!Ile. Le allegre e !IlOstalgiche strofe dei Ricordi golia/rcUci) - che par– vero al Micheli potersi degnamente paragonare alle giustiane Me– morie di Pisa, ed anzi superarle cc per la visio!Ile poetica e per il sentimento d'amicizia fratema nel ricordare i compagni dell'età più bella>>, - furono scritte nel 1884, e videro la luce, insieme co!Il i noti versi del Carducci (O Severino) de) tuoi canti il nido) e co!Ilun agile so!Iletto in settenari del Guerrini, nascosto sotto il paludamento di Marco Balossardi, nell'edizioncima sommarughiana del Mago del :fi~errari. O SeYerino dalla barba arguta e dall'arguto ghigno, dolce e beffardo nella punta acuta dell'occhiolin maligno .... BibliotecaGino Bianco
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