Pègaso - anno II - n. 9 - settembre 1930

264 L. Pescetti bellissimo jngegno (con santa pace della modestia), coadiuvati anche dall'egregio Prof. Bartoli, che nella materia dei vecch~ <J:oliardi è il più competente in Italia. Di essi ha scritto e studiato moltissimo, e ne tratta diffusamente nel suo ultimo libro I Preoiirsori del Rinascimento (Fi– renze, Sansoni, 1877).... Cerca di far molti associati, altrimenti trema dell'ira dei nuovi Goliardi, dei vati dell'avvenire. Già io mi abbonerei soltanto per il Programma, che è stupendo e pieno di erudizione. Fra i collaboratori de J Niiovi Goliardi si annoverava il Car– ducci. Ormai la fama di Enotrio poggiava su base sicura. Dopo il giacobinismo dei Giambi, dopo le pose gladiatorie e i sùbiti sdegni, calmato il furor{' politfoo, con le Nuove Poes-ie e oon le odi barbare, che a poco a poco vedevan la luce nei giomali letterari, il poeta maremmano pareva :finalmente acquietarsi in un perfetto equilibrio fra il reale e l'ideale, tra la natura e la coscienza. Nel primo fascicolo doppio della rivista, il programma porta la data del 1° febbraio 1877; e vi si legge un ampio scritto del Mar– radi su Le poesie dli Giacomo Zanella, un saggio pariniam.o del Fer– rari, e, quel che più ci mteressa, il Preludio alle od/4barbare del Car– ducci, con questa avvertenza della Redazione: Per gentilezza dell'illustre poeta, ci è dato di pubblicare, e nella sua vera forma, questa poesia, eh~ già fu stampata nel periodico cremonese Il Preludio. Non potremmo sotto migliori •auspici cominciare questa parte dei Niwvi Gmiardi. Alfredo Straccali dottamente dissertava intoooo agli antichi go– liardi, e il Marradi, con lo pseudonimo di GoliardJusLabronius, pub– blicava due liriche, Illusione ottica e Premdenza. Inoltre, nella ru– brica Malebolge) Minosse inveiva orribilmente contro il Lucifero rapisard'iano, leva111do alle stelle il Carducci. Nel terzo numero, si leggono I tre canti (dalle ballate di L. Uhland) del Carducci, In campagna di Goliardus Labronius n Maniero di Giovanni Pascoli, A Maria di Severino Ferrari e Di -'.no– vembre di Luigi Pinelli. Nell'ultimo fascicolo, il Marradi trattava, con arguzia e molto buon senso, delle recenti rime del Guerrini, Dal canzoniere di Lo– renzo Steicchetti. E il poeta bologmese si affrettò ad inviare al gio– vane goliardo la seguente lettera: S. A1berto (Ravenna), 3 Sett. '77. On. ,Signore, Ricevo il nuovo numero dei Nuovi Goliardi, ai quali sono associato con la be~evola recensione d~l. mio Postuma. Io la ringrazio non tant~ per le lodi quanto per le critiche, che, le confesso, trovo giustissime. Ella ha gusto. • BibliotecaGino Bianco

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