Pègaso - anno II - n. 9 - settembre 1930
260 .L. Pescetti Livorno, 29 giugno 1871. III.mo signor professore, Se fosse in me l'intendimen to di andarmi procacciando la lode « che dolce al cor discende», come di.ce il buon Parini, certo io non oserei presentare ad Enotrio Romano questi versi, che di lode son troppo indegni. Ma poiché io non chieggo altro che un giudizio assennato e severo intorno all'opera mia, affinché, giovall<fomi degli avvertimenti altrui, io possa far meglio nell'avvenire, non so a cui meglio rivolgermi che a colui il quale tiene oggi onoratamente, e quasi solo, il campo delle lettere in Italia. E certamente, se io abbia la fortuna che Ella mi additi i difetti e i vizi del mio stile poetico, mi argomenterò a tutta possa di schivarli nel seguito; e se non vi riuscirò, non sarà colpa mia, ma sì per difetto d'ingegno. Tanto più francamente poi Le invio questi versi, in quanto io ne debbo il concepimento allo stupendo suo Idillio storico (I poeti di parte bianca), che mi è stato scorta ed esemplare in questa poesia di genere affatto simile. Spero adunque che per questo mio atto Ella non vorrà giudicarmi ragazzo vanarello o presuntuoso, e non rifiuterà l'offerta, benché tenue, di un semplice ed ignoto studente liceale, che si dichiara con la più . alta stima Suo servo e ammiratore devotissimo GIOVANNI MARRADI. Oo!Il il marnoscritto corretto, il Carducci indirizzò subito al Mar– ra-di la .seguente lettera 1 ) : Mio caro Signore, Bologna,, 1° Luglio 1871. Ella ha molta facoltà e volubilità di verso e una disposizione feli– cissima al colorito. Apparisce anche che ella studia i buon i: e fa ben e. Ma, voglia meditare anche più fortemente e raccoglier più fin.am en.te la meditazione e studiare e rappresentar le cose e le idee con un modo di veder suo. E studi i greci e i latini. Non si lasci trasportare alla facilità e alle lodi. E per ciò io nel ms. che le rimetto non ho notato altro che le cose le quali a. me non piacciono. Mediti, legga e cerchi profonda– mente le storie. La poesia storica, intimamente storica, manca all'Ita– lia moderna: e merita che un giovine come lei ci si provi. Ma lasci questi temi de' Federighi e de' Manfredi! Erano una manica di prepotenti furbacci academici. Il neoghibellinismo è non meno stupido e pedan– tesco del neoguelfismo; e tutt'e due insieme sono due gran contraffa– zioni della verità. A ogni modo, dovendo scegliere, io starei per le città guelfe. Mi creda suo dev. GIOSUEJ CARDUCCI. 1 ) Questa lettera carducciana e l'altra che segue furono malamente edite nel cit vol. d'onoranze, pp. 79, 234. BibliotecaGino Bianco
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