Pègaso - anno II - n. 9 - settembre 1930

., 378 C. E. OPPO, Mostri, figure e paesaggi. questo genere di entusiasmi, ·o d'interessi, avviene che. Oppo rinunci al racconto di una vicenda reale, per darci piuttosto un ritratto immagi– nario alla maniera di Walter Pater (La montagna striata di nebbia), o che a paesaggi dal vero preferisca pae!;;aggi dai quadri di Cézanne, ren– dendoli, in certa Passeggiata provenza,le, mediante trasposizioni di pe– culiarità tecniche del pittore francese in un linguaggio letterario come il seguente: « Fra due muri si cammina a nastro per un bel pezzo e sem– bra che in mezzo alle quinte massose degli alberi riboccanti, quel verde che ti stringe e quel sereno che ti pesa ti precludano in tanta solidità un più, vasto respiro». Volete, nello stesso stile) anche una natura morta? « Vado a sedermi nella camera da pranzo. Sulla scomposta to- . vaglia c'è confusione di piatti e di coltelli; le salviette messe a caso contro le dure forme lucide dei cocci prendono grottesche forme sotto il mio sguardo distratto come se fossero piene di aJJ.frattuosità e ri– piani, simili al ricordo lasciatomi nella retina dalle colline viste du– rante la passeggiata. ,Sembra una conversazione fra cose animate quella chè si svolge sulla bianca tovaglia pezzata di ombre nette. La nera bot- · tiglia pare pencoli verso la fruttiera, la quale pa.re offra, inchinandosi, le mele paffute ~ smaltate. Qualche mela è sf uggita dall'instabile frut– tiera e.d ,è rotolata sulla tovaglia a far da equilibrista fin quasi sull'orlo del tavolo >>. In questa specie .di vision'i autorizzate da altrui visioni, l'intento critico è sempre evidente: esse sono, in sostanza, e come i_ Ritratti im-,,. rnaginari del Pater, ricostruzioni critiche, intermediaria la fantasia. Ma vedete anche le pagine intitolate Variare del paesaggio: ivi lo scrittore spalanca, sì,.gli occhi sul reale; ma se ne vede venir incontro, suo mal– grado, ancora e sempre le proprie esperienze di pittore, o, se più vi piace, di critico d'arte. E lo stesso accade fin dalle prim-e battute del capitolo Il deserto l'oasi e la. città: « Oltre Suk-el-Giuma .... ci sono pezzi di Palatino .... con le stesse colonne romane coricate sulle grandi lastre del pavimento .... >>. Viene in mente il paradosso di Oscar ·Wilde (nella prima delle Intenzioni) sulla natura che imita l'arte, e, chi si pro– vasse ad applicarlo al caso Oppo, si troverebbe forse in mano la chiave del segreto di uno stile. Dopo la quale premessa si può benissimo concludere, che il mag– gior fascino di questo libro non -è nelle idee e nelle discussioni, e nem– meno nei giudizi particolari, sia pur da intenditore geniale e versatile, ma nelle peculiarità espressive, onde bene spesso le pagine stampate sem– brano trasformarsi in cartelle d'albo per amatori di pezzi d'arte figura- tiva in sonante prosa italiana. · · ' PIERO NARDI. FRANço1s 'MA'ri:a1Ac, Ce ~ui était perdu. - Grasset, Paris, 1930. Fr. 12. Questo nuovo romanzo di François Mauri;:ic potrebbe portare per epigrafe un~ vecchia frase dello stesso autore: « Leurs passions exigent d'etre assouvies, et dc::mc que Jésus ne soit pas le Christ >>. È un romanzo un po' arduo da accostare, perché i soliti criteri formalistici non bastano BibliotecaGino Bianco

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