Pègaso - anno II - n. 9 - settembre 1930

368 R. DA VIDSOHN, F-irenze ai te,npi di Dante le vere tragedie dei caratteri né sorga la comprensio_ne p~r esse)> (338~: Veramente sino-olare è che a, un certo punto Dante diventi precursore Ul Lutero. « Egli.~oneva l'uomo in genere, e se stesso in particola~e, i_nim– mediato rapporto con la divinità, senza la, mediazione eccle_s1asti?a, ~ · con ciò veniva a negare il potere discrezionale della gerarchrn,. Difatti molti eretici sono andàti a finire sul rogo per motivi meno gravi di questo>) (357). Ma due pagine dopo leggiamo: « Proprio quando egli vedeva la luce, si iniziava la reazione contro le correnti di libero pen– siero affermatesi durante il periodo svevo, e pertanto qualcosa dello zelo della Controriforma, anticipato di due secoli e mezzo, arde nel- . l'anima, dell'Alighieri>). Il commento è superfluo. Però mi sembra sia lecito ·_conchiuderne non doversi chiedere all'opera del Davidsohn più di quello che essa può dare, cioè la ricchezza inesauribile della documentazione. Meravigliosa l'attività di questo straniero, che nei particolari la storia di Firenze ha .illuminata, rinnovata, corretta (e se qualche errore egli pure ha com– messo non gli grideremo la croce addosso, perché tutti ne commettono a questo mondo). Di ciò dobbiamo essergli grati ed è giusto che sia detto ora che egli ha posto il suggello all'opera, a cui consacrò gli anni mi– gliori della sua vita. ANTONIO PANELLA. Gruuo BER'OONI, Linguaggio e poesia. - « Bibliotheca », Rieti, 1930. L. 5. D.a parecchi anni il -Bertoni propugna, nel campo degli studi lingui– stici, la necessità di rinnovare, secondo i canoni della moderna filosofia, le premesse teoriche che ispirano l'indagine e il metodo stesso che la dirige. Ora egli riprende la discussione che gli sta a cuore con questo suo opuscolo, il quale ha tutti i caratteri, e anche il calore oratorio, di nnmu~~-. · Meglio che di un rinnovamento totale, si tratta, a dire il vero, di un arricchimento della materia degli studi glottologici. Non si vuole infatti negar l'utilità, ne' suoi limiti, dell'ei:,ame naturalistico delle lingue, come fatto fisico e come fatto sociale : soltanto si sostiene la necessità di integrarlo con una più precisa attenzione a quel fattore estetico, che è poi, del linguaggio, non dico il più importante, ma anzi il solo essen– ziale e veramente intrinseco. La nuova linguistica sarà perciò una « sot– tile analisi discriminativa delle voci poetiche da quelle strumentali»; cogliendo alle radici il nascer delle parole, ne porrà in rilievo il sapore tutto sentimentale e fantastico, il quale· solo in un secondo tempo cede il posto a un valore logico e meccanico. 11 vocabolo, nato come metafora, diventa, nel lungo uso sempre più materiale e stracco, concetto, stru– mento, segno indifferente senza luce di poesia. Ma « chiunque abbia la– vorato e lavori, senza pregiudizi, sul terreno dell'onomasiologia non può non convenire in questa conclusione: che non è da porre in rela– zione col concetto la parola, ma con l'imagine che soggiace al concetto .... La malinconia della stagione, nella quale spunta il c<;>lchico,e il suo aspetto timido e verginale hanno suggerito no•mi come fiore senza tempo, vergine nuda, lampada notturna (veilleuse) .... Quando la libellula nelle BibliotecaGino Bianco

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