Pègaso - anno II - n. 9 - settembre 1930
838 A.. Ania.nte l'effetto del mare avverrebbe un macello. - Gli scaricatori del molo rimano-ono distesi per terra, immobili, e si ha l'impressione di tro– varci ,di fronte a un mare calmissimo, quello che v,oglio io, che poi dovrebbe agitarsi a un mio cenno, scatenaIDdo la tempesta che tra– volgerà la barca su cui Solafugo vorrebbe fuggire all'ira del popolo: Levatosi il sipario si giunge al sogno del tiranno, il quale, dopo uina fitta serie di bestemmie, si abbatte sulla riva e piglia sonno. Qui le appare dall'alto Melina che, .svelta c,ome un ,grillo, gli cade nelle braccia e •gli bacia lungamente le labbra. Mammolinetta in que– sta scena è sublime recita oon una sincerità che strappa le lacrime e spezza il cuore. Ma i suoi spasimanti sparsi in platea scattano in piedi e gridano «Basta!)). I primi tafferugli si .generano tra gli spettatori. - Melina in cielo, sùbito in cielo ! - io ordino per evitare una, fine troppo affret– tata e burrascosa. I macchinisti eseguono in tempo il mio ordine e tirano le corde alle quali è sospesa Mammoli!Il'etta, ma siccome l'in– namorata non stacca amoora le braccia dal collo di ,Masuccio àvviene che insieme con Melina anche Solafugo va in aria: - Lascialo, la– scialo cadere ! - si grida a Mammolinetta. Masuccio si divincola dalla stretta amorosa e va a cadere sul lenzuolo delle onde e p,recisa– mente sovra gli scaricatori del molo, i quali, svegliandosi di sopras– salto, cacciano fuori i coltelli e dalla rabbia e dal dolore provato spaccano il lenzuolo blu, e, furibondi e tuttavia c•on il sonno ,agli occhi, chiedono di sfidare a singolar tenzone il loro disturbatore. Io non mi perdo d'animo e spingo sulla scena la- massa dei ri ~ voltosi perché si confonda con i fratelli di Mammolinetta e uccida Solafugo. Mi sembra di aver salvato il finale del terzo atto,. sacri– ficando l'intero quarto atto. Faccio spegnere tutte le luci della scena, e ordino !'·eruzione del vulcaino, che dovrebbe essere l'effetto ultimo e il più forte. Ecco infatti un «Oh!)) prolungato di mera– viglia dalla platea alla vista del Mongibello in fiamme. ,Ma anche questo episodio è destinato al fallimento. Il vulcano ,sfortunato si divide purtroppo i[l due pezzi, i qua.li , allontanatisi l'uno dall'altro, abbam.donano all'ira degli spet tatori alcuni attori con le fiaccole accese in maIDti. La platea è una bolgia. I villici scamdalizzati cercano l'uscita, gli ,spasimamt.i di Mammolinetta ·si precipitano contro iMaisuccio Pelo, intanto migliaia di cuscini volano sul palcoscenico, e i fana– tici di Santa Melina, tutti mi' cercamo per punirmi. I guitti- fanno man bassa sui oostumi, sulle parrucche, sulle armi antiche per assi– curarsi il piatto di pasta per il domani, la pubblica sicurezza- si getta ove più ferve la misc];lia per evitare fatti di Rangue. L'impre– sario sempre bugiardo, si lagna: - Molto fumo e niente arrosto, molta folla e niente guadagno, qua.si tutti sono entrati a- sba-fo. - E si chiude a chiave, portana:osi la ca ssetta di ferro oon i soldi. BibliotecaGino Bianco
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