Pègaso - anno II - n. 8 - agosto 1930
202 B. Sanminiat~lli vide venir fuori pallido, gli disse: - Ho ,a, casa del neurestolo. Gliene darò una cartina. Come aveva promesso, Pina entrò nella camera; d~ Cesarino, g!i somministrò la cartina, poi, seinza aspettare che gh fosse passato 11 mal di capo, gli disse ch'egli era il suo bamb~o,. che egli _aveva -bisogno di protezione, ch'essa aveva necessità d1 lm, che la zia Be::.. renice non capiva, non capiva nemmeno lei che ci stava assieme da mattina a sera, che non capiva nulla la zia Berenice. Invece essa comprendeva la sua troppa sensibilità, i suoi bisogni di gioventù. Quei verbi capire e comprendere venivan fuori a fasci, a spruzzi, come i fuochi d'artifizio, come le fontane. Cesarino godeva di quello stato d 1 i!r1feriorità superiore, d'essere uin gingillo ma un gingillo ne– cessario, un lusso ma urn lusso che è la vita stessa, fuori delle cose · d'abitud!ine. E pensò : - In questa casa io sono la vita di Pina, sono la vita di una d•ornna.La zia Berenice è per lei l'abitudine. Lo zio Saverio è di troppo. È li per esser ridicolo. E Pfa1a contirnuava, come se tutto il pomeriggio, sotto quell'ap– parente allegria, non avesse accumulato altro pensiero. -Ma nelle sue parole v'era qualcosa che si raccomandava, qualcosa che no1n aveva scampo e s'aggrappava disperatamente: era così triste e ma– linconica rn. quella casa tutta santocchieria, ma da poco tempo, si se111tiva felice, e diceva che amava la .sua aria ingenua, che aveva bi– sogno di purità, che lui era il suo cucco, il suo tesoro, che lei sare_bbe stata la sua guida, la sua volontà 1 la sua don111a,che la prend'esse pure, che l'avrebbe fatto felice, che l'avrebbe trasportato :Ln un altro mondo, e altre simili faeezie. Tutta la traboccanza di languore della zitella provinciale chiusa, a muffire in un'esasperazione dei sensi, sgorgava fuori in mosse e immagini grottesche. Era diventata rossa e i suoi tratti brancicati, 1110111 più giov3Jllili, deformandosi, le davaino l'apparenza di un mascherone. Veramente Cesarino, per villeggiatura, i1ntendeva qualcosa d'al– tro. In un giorno solo, .un giorno lungo e accidentato come un ter– reno sconquassato da Ull1 bombardamento, il santo ambiente degli zii gli era diventato sospetto quam.t' altro mai. In ,questo stato d'animo lo trovò la zia Berenice quando gli disse di andare a visi– tar la 'pinaooteca di Verona i111sieme con Prn.a che n'era praticis– sima. In tal modio la zia aveva trovato anche per lei un'occupazione e avrebbe potuto pensare, per u111a mezza giornata, alle proprie cose. - Mi raccomando, eh, nipotino .... - aveva borbottato lo zio per pura spiritosità : - Mi raccomando di portarti bene .... L'andar a visitare opere d'arte insieme a una, do111na a una do111nache gli avesse voluto bene, alla quale egli avrebbe' potuto com'?-nicare le. sue in:ffabili impressioni, era sempre stato il sogno fancnùlesco d1 Cesarmo. Ma delle opere d'arte, :Lnpinacoteca, P:Lna Biblioteca Gino Bianco
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