Pègaso - anno II - n. 8 - agosto 1930

Laudato- si' mi' Signore per .... 179 bile)). Udì aillora un'altra volta la stessa voce: « .Sii dunque lieto, o fratel1o, ed esulta nelle tue :ùml'ermità e nelle tue tribolazioni. 1:1,imanti,insomma, tramquillo come se tu già fossi nel mio regno)). Al mattino, levandosi, Francesoo disse ai compagni : « Se un impe– ratore desse in dono a qualche suo serv-o tutto quanto il suo regmo, nOltldovrebbe quel servo esserne contento? Se poi gli desse in doino tutto l'impero, non dovrebbe essere ainche più grande la sua letizia ? Molto adhmque, ~ aggiunse Francesco, - dev{)essere lieto di qne~te mie ilJlfermità e tribolazioni; e avere fiducia nel Signore, e iP-00. cessare di ringraziare Dio Padre coll'unico suo figliuolo messer Gesù Cristo e collo Spirito Sam.todella grandissima grazia che il Siignore mi ha fatta degnandosi di farmi certo, me indegno suo servo amoora, 111ella vita corporea, dell regno suo)). Se il compilatore dello Speculwm si fosse limitato ad aggiungere che quel mattino stesso i 0ompagmi impararono dalle labbra del Santo le nuove Laudi._d'Iddio (« sedens coepit meditari aJliquaintulum et postea dixit Alti8simo on11nipotente bon Signore etc.))), ogni lettore, spontaneamente, avrebbe veduto un rapporto tra le « infir– mitati e tribulationi )) del cantico e quelle per cui il San-to ha invo– cato l'aiuto di Dio, e il cantio o sarebbe p arso aòJ ognuno quello che è veramente : la risposta alle domam.de tragiche che Francesc,o si è poste in quella sua notte di angoscia. È ililgenuo far coincidere il versetto sulla sorella morte coll'·aigonia vera e propria, oome se piene di funebri presentimenti noo avessero già dovuto essere quelle sue tlunghe e sp-0ssanti torture. E· ci vuole uno sforzo, quando si sa da che doloramte invocazione di pietà il cam.tico sia stato immediata– mente preceduto, per cercare al versetto sulla rassegnazione un pretesto estrinseco, l'attrito bamale fra due prepotenti. Secondo lo Speculum invece, minimo, superficialissimo sarebbe il legame del carn.tico coilla storia che esso Specul1un ci racconta per spiegarne la genesi. Il Sam.toha_ricevuto una grazia : la rivelazione che anderà ilil Paradiso. Pieno di gratitudilile verso il Signore, com– pone in sua lode una poesia, no·vam laiidem, una preghiera di più tra le tante con cui si può ringraziarlo e lodarlo. Per (l'antico compi– latore il Cantico dello Creat1.ire è un cantico ilil astratto, un sem– plice gesto di adorazione; è per lui, unicamente, una espressione di giubilo. Ma se veramente, come nulla ci vieta di cred~re, la !laude fu declamata da Francesco ai oompagni Ila mattina stessa che seguì a quella notte di lacrime, nolil è possibi~e non vedervi come l'ultima battuta di quel .suo colloquio con Dio : essa ci permette anzi di rico– struire, meglio di quanto abbia fatto il bonario agiografo, l'ardente, estatica meditazione da cui è uscita rasserenata la sua alllima affranta. Nella staITTchezzasgomenta in cui lo hanno gettato quaram. ta B1blioteca Gino Bianco

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