Pègaso - anno II - n. 8 - agosto 1930
176 L. F. Benedetto Questa identità, d'impostazione tra il caintico umbro e le due <<laudi>>bibliche, - identità che la m.ostra interpretazione rende evidente, - è presupposta dalle allusioni di certe fonti francescane. È sintomatico che par-lando dell'amore di Sam.Francesco alle crea– ture e della continua glorificazione ch'egli faceva d'Iddio, Tommaso da, Celano '(Legenda primw., XXIX) lo assomigli ai tre fanciulli [lella fornace « che invitavano tutti gli elementi a lodare e glorificare il Creatore>>. I passi ove ricorda esplicitamente le Laitdes· de crea– turis) - cosi egli le chiama, - non danno al cantioo altro argomento fuorché l'invito alle cose a glorificare il Signore. Si può peiilsare ad un'ooo del solo versetto finale quando si limita a dire (Legenda seciinda) CLXI) che incitava tutte le cose alla lode di'Iddio; ma prèsuppo[le •certo una .spiegazione uguale alla 111ostra il passo ove dice (cap. CLXIII) che alla lode era a.lllcheinvitata la morte. È pure degno di nota che il più antico poema sulla vita del .Santo, scritto, prima del 1241, da un francescano cui certo non era ignoto il cwn– tioo, ma che ,non ne doveva avere nessuna copia diiilanzi, volendo parafrasare la nostra laude abbia invece paraifrasato ill cantico di Daniele. Il movimento stilistico generale del cantic-o quale risulta se si vede OO[lnoi nelHa chiusa una vera e propria ripresa riassuntiva, la fusio1I1edelle singoile voci iin un insieme corale, m.on è senza riscontro 11ell'arte dell'Assisiate. Nolll alludo al potente , vast issimo coro COiil cui si chiude la preghiera fina,le della prima Regola: aJlludo ad un'altra laude del Swnto, la Sa,Zutatiu virtutwm, di tutti i suoi scritti quello che artisticamente è più vicino al nostro cwntico, per l'evidoote ripartizione in versetti, per ila ricerca di u111a regolarità ritmica, per quella specie di rima che è il ritomo di f.ormole fisse. Anche ilil. essa, dopo diverse invocazioni individuali, arriva l'invocazione unica che le 00111ferma e le fonde. Ave regina Sapientia, Dooninu.s te sa1vet Cllilil tua sorore sancta pura SiIIl[)licitate ! Domina sa)lcta Paupertas, Dominus te salvet cum tua sorore sancta Humilitate ! Domina s:mcta 0aritas, Dooninus te salvet cum tua sorore sancta Obedientia ! Sanctissimae virtutes omnes, vos salvet Dominus a quo proceditis et venitis ! In conclusione, dal punto di vista logico, il cantico è tutto un ~111vito alle c_osecreate a glorifk:are il_ Signore. Non errava per istolta mcompremnone, come fu creduto, l'ignoto copista che sostituì siste– matic:amente ~i vari _P~r della laude un da nell'esemplare conser– vatoci dal codioe Assisiate 679. N 0111. dobbiamo sorridere se i da e i BibliotecaGino Bianco
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