Pègaso - anno II - n. 8 - agosto 1930
174 L. F. Benedetto è messo· fuori di possibilità che Dio sia lodato dall'uomo («nu!llu homo ene dignu »....) da niente resta che possa essere lodato se 1110n da o rnediante Ilealtre creature)). E s'indugia a spiegare perché 1110111 sia da la preposiziooe adoperata 111el cantico : « Questo m.~diante è vicino 111el significato alla preposizione da 1 ma non è propriamente un da,. Le creature devono essere, piuttosto, mezzo alla lode; le crea– ture devono lodare, ma il desìd!erio, il bisogno di questa lode è 1I1el– ['uomo .... )). Ora, è sfuggito a tutti i lettori come sia effettivamente Ulll da la preposizione di cui si è valso il poeta. « Si' lodato per frate focu », « per sora luna)) sig,ni:ficano prop:do t< sii lodato da fratello fuoco)), « da sorella luna>>- È, in forma passiva, la stessa idea espressa attivamente 111el versetto finaJle « Laudate et benedicete >).Ai tempi di San Fraincesco, tra i valori di per era pienamente normale quello di da. OomUJ11e in quel senso a tutta la Romania, mM1tenutosi vivo specialmente nei parlari della Francia (l'attuale par), nò111 si -può dire che nemmeno da 111oi sia già morto del tutto. Basti a prova:rllo, per restare nel campo frruncescano, ill sottotitolo con cui è uscito da noi, runa ventina d'anni or sono, il San Francesco dello Schniirer: «versione dal tedesco pel sacerdote prof. Angelo Mercati». Contro un uso siffatto del per si è parecchio combattuto dai puristi, quasi fosse un deplorevole gaillicismo : ma esso è nella_ più pura e più a,ntica tradizione italiana. È frequente, ad esempio, illl Dante : Intanto voce fu per me udita per quélla pace ch'io credo che per voi tutti si aspetti la violenta morte che non gli è vendicata ancor, diss'io, per alcun che dell'onta .sia consorte fur l'ossa mie per Otta:vian sepolte 1). Che San Francesco· si sia potuto servire di per nel senso di da · è pima:mente fuori di dubbio. Aggiungerò, - per chi volesse trova:re un elemento d'improbabilità nella mirnore diffusione da 111oi in corn– fronto del corrispondente francese par, - che era appunto il fran– cese, in ogni caso, la lingua più familliare all'autore del ca111tico: quella in cui si esprimeva sponta-neamente quando era in fervore spiritus 1 cioè quando più vivo era in lui l'entusiasmo. . Non è chi non ved'a che salda e limpida coerenza la nostra inter– pretazione conferisca alla laude. Così essa c} si rivela da un ea,po aJll'altro come un mag.~ifico coro in cui .si f,~mdono le voci di tùtto 1 ) Si vedano, inoltre, e senza voler essere completi: Purg. XII, 73; ~II, 1.20; XV, 8; XXII, 85; XXV, 110; Par. XXXIII, 45. Lo trovi nel coonmento dantesco del BuTI (« lettura fatta per maestro Francesco di Bartolo») nel BOOOACCIO in molti altri. ' ' - BibliotecaGino Bianco
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