Pègaso - anno II - n. 8 - agosto 1930

158 S. Benco Sembrava in quei giorni un pooo invecchiato: avrei anche detto stamco; .ma questo no111 era. La sua fi:gura alta e stecchita s'era stretta addosso u111a di quelle to111ache da monaci con ciilltura mili– tare che allora usavano come soprabiti; gli era troppo corta, e lo sproporzionava. Dopo pochi momenti, mi pregò di velare un poco la lampada che, essendo all'altezza del suo viso, gli offendeva gli occhi. E allora parlammo dei suoi occhi offesi, e di Trieste dov'egli contava di rimanere per sempre, dei tempi agitati che. non riusci– vamo ad alterare, del resto, la sua· imperturbabilità, della lingua danese che egli studiava, sua diciottesima lingua, .del parlare il greco antico come il moderno, di Omero e di Ulysses. ' Io ebbi quella sera un co111cetto generale del lavoro, non tale però da farmeille un'immagine nemmeno lontana. La misura di Joyce era per me an0ora illel Portrait of the artist : a quel camo111e si raggua– gliavano naturalmente'le mie aspettative. Ma dopo un paio d'altre visite (non più imbrigliato dalle lezio111i,Joyce veniva spesso a trovarmi) la mia curiosità si era fatta più tèsa : massime quando mi fu mostrato il pentaoo.lo magico di Ulysses, la chiave del suo segreto, il famoso. specchietto della sua costruzione ermetica, che . tutti possono oggi trovare nel volume di Stuart Gilbert, mirabile oommentario che, con la guida dell'autore stesso, iillterpreta e chia- risce in ogni parte il romanzo di Joyce. · Seppi perciò com'egli avesse inteso praticamente il rapporto fra la giornata vagabonda di un moderno abitante di Dublino e il viaggio dell'antico Ulisse cantato da Omero. ,Seppi che &d ogni . canto dell'Odis·sea corrispondeva un episodio del 111uovoUlisse, appropriato a una determinata ora del giorno : che .Stefano Dedalus vi diveniva il novello Telemaco, giovane i111tellettuale bramos9, ar– rischiato e i111esperto;che il funerale di un oscuro cittadino dubli– nese permetteva di riprendere i temi della disèesa di Ulisse nell'Ade ; che Uilla redazioille di giornale figurava. la caverna d'Eol9; che le sirene omeriche erano riev,ocate in due belle figliuole 111uotanticon le braccia nude 'tra la multicolbre liquidità degli alcoolici dietro . il banco di un bar, mentre la- sala era ·pie111a di musiche strimpellate da un pianoforte e V()cia,tedai clienti canori; che Oirèe teneva bor– dello; che « gli scogli vaganti)), pericolosi ai mitici navigatori, erano simboleggiati da un pesante car:rozz.ornedel tranva,i e dal cor– teo del vicerè Lord Dudley, ingombri mobili, alla stessa ora, delle vie di Dublino. · Seppi altresì che-le soosazioni d'ogni singolo episodio èrano chia– mate a raccolta da· una diversa parte del corpo umano, cervello o stomaco, orecchi o naso, iilltestini o più giù; che ciascU111 episodio era orientato intellettualmente, con introduzione di personaggi ac– conci, verso u111a plaga dello spirito, o della vita sensuale : teologia, retorica, lettei:atura, politica, medicina, magìa, erotismo o esalta- BibliotecaGino Bianco

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