Pègaso - anno II - n. 8 - agosto 1930

132 O. Marchesi costellazioni, tutto è preordi111atoa, booe:ficio degli. uomini_: e_:imul · timo si insinua· l'o:fficioso riconoscimento delrla. stella Grnlm, del 111uovo aistro voo.uto s,n da Roma, in virtù di quelkt, r,eligione positiva che sempre e dovunque ha pratica.to fra cielo e te~r:i, ~~a sc:1la p~r cui gli uomini possono o01 11tinuame ntesalire e la. d~';-mta ,puo oont1- nuamente discendere. Virgilio servì a questa ,rehg1one per co111ta– d:imesco 0imore delle sac-re cerimonie e per sentimento di umana e civille pietà : ma la, sua compassione è lllecess::i,riamoote l:iJinitata e nOlll hia 1a irreligiosa libertà di Lucrezio che chiMUa a sé tutte le creature animate. Virgilio è legato aJ rito che vuole sangue di vit– time sull'ara del dio: è un'anima, devota capace di ingrandire, 1I1on di a,bolire l'altare. _ La terrà, dunque, è 1o scenairio di questo draJIDma georgico: essai ricolma l'anima e la immaJgmaziollle del poeta, e runche la, volta oe- , leste apparisce piocola dinanzi a questa superficie oo[tivata dagli uomillli. Nella Georgica, ·più che altrove, è una insistente vi1sione di azzUl'ro. Virgilio 8Jffia la luce, la grande h:~0e abba.gliante e •rrug– girunte del ' sole d'or,o che cruccia 11'i1I1verno s tto terra e apre il cie1o' a.gli ooohi inebriati dei mortali. L'estate gli accende i ,sensi e lo mette in p,iù vasto e continuo rap,porto c,on la vita delle cose; al1om, nella soHtudine che riempie il suo spirito, egli soote la bellezza delle Ollll!bre cupe nelle foreste e i ristori delle brezze ~espertine qu:am.doi paisooli soin,orÌJlllfrescati dalla ,rugiaida e si vedle la luna e si ode sulla -spiag– gfa il grido dell'alcione e un camto di cardeillino fra i cespugli; allora egli sente l'impeto dell'aquilone che spa,zza le nubi e le tempeste e freme nei campi ondleggirunti delle spighe e risuona lllello sCJ'osciare deille selve e nei battiti lunghi del mare. Trunte vol-te solleva lo •sguardo contemplatore verso l'alto, e alle Muse 'dulces ante omnia', - dlolci so,p.raogni cosa, chiede che gli mostrino il crummino degli astri ; ma nel suo panteismo di poeta georgico, in religioso contatto oon tutte 1e oose, Virigillio 1110111 sentì i.I mistero dei mondi olt-re il nostro mondo, non ebbe dell'infilllito il senso poetico e p,rolfo1I1do che ebbe Seneca, allorché sulla terra oscurata e addoru:nentata esclamava : « C'hei'llllil1ense cose acca,do,nonel .silenzio di questa 1I1otte ! )). Virgilio COIIl-obbe l':imoanto dellla inotte, qua{Ildo le costellazioni solllo a metà del loro oo,rso e tutto è assopito sulla terra : ma non sospettò quali misteri vi1gilassero illl quegli -altri ·mondi che brillavamo sterimina– taimente lontami. Egli nm si stac,cò uiai dlallla terra lllé dalle oper~ UIIIlaneper lllaufragare, come Lucrezio, 1I1ellaestatica o nella tur– binante visione dell'ullliverso. La .sua vita spirituale fu oompresa e significata in q'llelle tre opere del suo gooio poetico ohe avevamo crun– tato ,gli _uomin_iche oerca{Il? i conforti ,delll'runima, gli uom:imi che cercano 1 frutti della terra e gli erioi oolll!dottieri degli uomini : ' pa– scua, rura, duces': la Bucolica, la Georgica e l'Eneide: i poemi del1a malinoonia, della fatica e dèilla gloria. . _ BibliotecaGino 8-ianco

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