Pègaso - anno II - n. 8 - agosto 1930
L. PIETR.A.VALLE, Le catene 255 le qualità vere, la sanità, l'istinto dei suoi primi racconti; e riprendere il cammino da, lì. Lo può e lo deve fare. La strada che oggi ella batte non ha, più uscita che nel ridicolo. · PIETROp ANCRAZI. HENRY .JAMES, Daisy Miller ed altr-i racconti, Versione di JESSICA. Trevei,, Milano, 1930. L. 12: A proposito delle fonti dell'arte e del metodo di Marcel Proust, troppo spesso si dimentica di :richiamare l'opera di uno scrittore ameri– cano che certo ebbe ad esercitare grnndissima influenza su di lui, e che se ai suoi tempi godette in Europa di una fama assai modesta, è oggi riconosciuto come un grande maestro della narrazione e dell'analisi: Henry James. Dello James, la cui attività letteraria si estese dal '70 fino agli anni prima della guerra, ben poco s'è tradotto in Francia e da noi. Eppure la sua opera è folta di parecchi volumi di romanzi e racconti di vario genere, e della sua arte di scrittore tutt,a tramata di profonda verità e di aristocratica finezza derivò per gran parte quell'amore alla sfumatura e al dettaglio del sentimento ricercato nelle sue nervature più minute e fuggevoli, che informarono il romanzo europeo di questi ultimi anni : sino alla grande avventura joiciana dell'Ulysses che par chiudere il ciclo. Ma James fu· il primo a scoprire e ad avviare questo -metodo di ricerca. E con che alito dj verità, con che vivo senso del controllo sul reale egli drammatizzò amabilmente lfL ricerca psicologica del fratello Williams, il celebre filosofo pragmatista, più giovane un anno di lui! Settantaquattro anni (era nato nel '43, a Nuova York) di cui più d'una , quarantina consacrati a viaggi e a soggiorni in Europa, che lo misero sopratutto in familin,rità col gruppo degli impressionisti francesi guidati dai De Goncourt, e altrettanti di lavoro assiduo di creazione colta, genuina, serena, fanno di questo europeizzato una delle figure più significative e cordiali della letteratura dei due mondi. Tuttavia, anche per la natura della sua art(l, così schivamente aristo– cratica e personale, Henry James non fu mai popolare e i suoi fanatici ammiratori li ritroviamo ancor oggi fra scrittori inglesi d'élite e in un gruppo di poeti americani modernissimi che amano vivere e creare in Europa. Meglio così, giacché troppe volte, per troppi sconsiderati batti– mani, abbia-mo visto sciuparsi il bel fiore dell'arte. Tradurre James è impresa non facile e spesso senza riuscita poiché la dote più rara di questo scrittore risiede in non so che di raffinatamente umano e autobiografico, quasi incomunicabile. Perciò tanto più lodevole ci sembra il tentativo fatto, e oggi per la prima volta in Italia, da una. gentildonna milanese che si adombra sotto il nome shakespeariano di Jessica, di voltare in italiano tre fra i suoi più caratteristici racconti. A nostro parere, il rncconto più significativo· di tutta la raccolta è l'ultimo' Il guanto di vellido. In esso un grande scrittore, John Ber– ridge, trovandosi a Parigi s'innamora di una bella dama dell'aristo– crazia che gli va usando mille cortesie e tenerezze lusingatrici per modo che il bravomo si trova al quinto cielo. Un bel giorno la dama lo invita ibliotecaGino Bianco
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