Pègaso - anno II - n. 8 - agosto 1930
254 L. PIETRA VALLE, Le catene lisano non è tutto di paese; anzi per un buon terzo s'inurba, si fa mon– dano ~i svolge a Roma, a Capri, negli alberghi del Cadore. Qui il folclore ' . cede all'erotismo. Dalla terza perso.na, il romanzo passa m persona prima. Ora è Felicia, la protago nista, una delle femmine dei Caldoro, che racconta le avventure sue e delle sue sorelle; gli amanti, gli amori. ... An– che questa volta non ci metteremo niente di nostro e lasceremo che Feli– cia dica lei. Questa Felicia ha la lingua sciolta e non si fa pregare : « la mia carne .... imperturbabile nel dominio ascetico di una legge intesa come un vincolo superstizioso, incoercibile». Oppure: « io amo il giallo, il colore violento dell'odio, tetro della morte e stupefatto del deliquio». · Felicia detta volontieri massime, o imbastisce teorie; ora vi parla della « crudeltà della femmina che l'istinto apre come un mallo sempre verde»; ora predice alle donne avvenire una sorte migliore: « la vergine ' oppressa dal pudore e dalla avidità crudele del maschio che la possiede per istinto, col consenso cieco della legge, senza insegnarle la neces– sità splendida del piacere, è la stolta operaia dell'umanità che non sarà regina fin quando la voluttà non compirà in lei il miracolo d'una fecon– dazione non animale e bruta, ma poetica e lirica, nata dall'abbandono e dalla gioia dei sensi sviluppati e liberi di menzogna>>.·Chiarissimo. Ma ci sono anche pagine dove Felicia lascia li le massime e scherza e giuoca con la spregiudicatezza allegra di certi personaggi di Da Verona: « cer– tamente nulla piomba in me con la dignità della linea retta che, prima di tutto, ci ha insegnato a scuola la rettitudine cheta del suo· equilibrio meccanico. 'Sii retta!'». E non le viene in mente una volta di citare il F'oscolo ? « non leggo la lettera .perché ho in capo questi spettacolosi versi dell'uomo scabro, dai capelli rossi, che li ha scritti in una ebrietà, trasfigurata, più di là che di qua · ·Forse perché della fatal quiete tu sei l'imago .... ». Quando le avventure erotiche di Felicia son finite ed ella ritorna a Roma, « del precipitoso ritorno _:_ ella dice - non ricordo ·che dettagli d'un materialismo piccolissimo e scemo.... >> (- Anche i puristi divertirsi potran ! - cantava ai suoi giorni Anna Fougez). Ma ora basta. Non permetteremo che Lina Pietra valle si calunni ancora con le sue stesse parole. Romperemo la consegna e, benché il pro– cesso della critica sia pendente, due parole le diremo anche noi. In verità, Lina Pietravalle è assai migliore scrittrice di quanto voglia farci cre– dere con questo roma,pzo ch'ella stess,a definisce « confusa storia» sto– ria che « va qui e là come la terrà portata dal vento». Certo la Pietra– valle sortì.. da natura temperamento di scrittore. Grande· fortuna un temperamento; ma molto pericoloso è il fidarsene. E non solo la Pie– travalle se n'è fidata; ma l'ha sbrigliato, l'ha stimolato Fha spinto agli estremi che si son visti. Quello che piacque subito in' lei : il senso istinti~o della t_err:i,e dei suoi doni, il fiero gusto di vivere, il coraggio e mag~r1 la spregiudicatezza nell'affrontare tèmi scabri: oggi son diventati mamera. Le sue stesse qualità, rimirandosi e compiacendosi di se stesse si sono inturgidite e arricciolate in un balordo barocco. Che fare? No~ resta alla Pietravalle che tornare indietro, rifarsi a quelle che furono BibliotecaGino Bianco
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