Pègaso - anno II - n. 8 - agosto 1930
238 N. VACCA.LLuzzo, Fra donne e poeti ecc. cui vita ci appare, in quel tempo tumultuoso e tremendo, fra guerre ~ rivoluzioni e catastrofi, cosi equilibrata e placida, salvoché a tratti non vi passi, come un turbine passeggero, un uomo appass~onato e maschio come il Foscolo. Maschio, ho detto; perché, a parte 11 sesso, le più belle qualità del Pindemonte sono di donna. . . . Di donne ad ogni modo come dicevo questo ep1stolar10• di, Ippo- ' ' ' 'ù t' lito è pieno; una sola non vi è nom,inata, una delle sue fiamme p1 an 1- che, quella Paolina Secco Grismondi, che il Mascheroni immor~lò_ col · nome arcade di Lesbia· Oidonia. Ma quando il Pindemonte commciava il suo commercio epistolare con lo Zacco, i tempi di Lesbia erano lon– tani, ed egli non era 'ancora invecchiato, mentre ella non era più gio– vane. « Altre donne più giovani e più vicine ne avevano preso il posto nel suo cuore». E quand'ella mori, nel 1801, eran passati più di vent'anni da quell'amore. Tuttavia, i due amici non parlavano solamente di donne e di dame, ma anche di poesia, d'arte, di politica. Ma è certo che quello era l'ar– gomento prediletto; anche la bellezza caduca rimane, ad ogni modo, l'ispiratrice delle opere eterne. GmsEPPIDLIPPARINI. PIEìTRO PAOLO TR0MPIDO, Rilegatitre gianseniste: - (( La Cultura», Milano- Roma, 1930 (s. p.). _ Confessa l'autore d'aver titubato alquanto prima di ripubblicare in testa a questi quattro « 1 Sa,ggi di storia letteraria» quel suo confronto tra, la conversione di Pascal e quella del Manzoni, intitolato con for– mola pascaliana « il Pari)) (scommessa), che comparve aL tempo della sua laurea, ossia nel 1913, sembrandogli ora in qualche lato « ingenuo, eccessivo e perfino impertinente)). Ma ha fatto bene a vincere la titu– banza, poiché quello studio giovanile, senza volerne esagerare gli effetti, fece data nella critica _manzoniana, sia quanto al tentativo di spiegare il mistero della conversione del Manzoni, sia quanto all'esame degl'in– flu!-isigiansenistici che poterono entrare in essa e durare o non durare nel pensiero e nell'arte del grande convertito. Una letteratura copiosis– sima intorno al doppio soggetto si è formata dopo quello scritto e spesso ne ha profittato. ·Oggi, con minimi ritocchi, esso è organicamente «rilegato», - di quiil titolo del libro, - con altri contributi al problema giansenistico manzoniano. Nel « sigillo di Pascal)) il Trompeo approfondisce per ravvicinarlà ancora al Manzoni, l'anima del gran pensatore france~e già apparsagli nel Pari. Nel confrontare certe remote affinità tra « il Manzoni e Racine )) , mostra come la' figura di Lucia s'illumini, se acco- · stata a quella di Joas nell' A.talie, ossia nella tragedia che Racine scrisse dopo avere abbandonato gli spiriti mondani per darsi tutto allo spirito sacro e severo di Port-Royal. Nell'ultimo saggio poi « Col Manzoni tra Monza e Port-Royal )).v'è una scoperta: lo spunto che al Manzoni, quando immaginò la Signora di Monza, poté venire dai ricordi IJiografici èerta- · mente a lui noti, di Jacqueline Arnauld divenuta badessa di Port-Royal col nome· di Marie Angelique. ,Scrive il· Trompeo : . « Vi si legge, tra l'altro, che a lei bambina di sette anni il nonno BibliotecaGino Bianco
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