Pègaso - anno II - n. 7 - luglio 1930
74 , B. Tecchi _ una ,popolana, che m'era· rhrscito d'acchiappare, tempo prima, per le camp.agne, mi aveva fatto :sentir-e di che sapore sono le donne di quelle parti. · · Quella ma,ttina era d'im.v,emo e benché l'aria lassù sia sempre :fina e tersa, c'era quel giorno, mi rico1•do, una nebbiarella che un veinto leggero si divertiva ogni tanto a sbandare e a far ritorrni,r su, a :fiocchi, d!aHemura, ferrigne e concentriche. Era poco dopo, l'alba, e si sentiva una campana. Io arnda,vosu v,erso il duomo, con inten– zioni forse non pie. Quando fui su per la scali1nata, dove i cespugli di ' mortella cedono alle pietre delle colonninè, vidi una ,gfovililedon1na che saliva. Era vestifa di .scuro, e aveva da fare col vento che voleva aprirle a fo,rza lo scialle ·nero. Alta, un po' forte ,di statura, ma no111 . era grassa; non potei vederle il colore dei capelli, coperti d'allo scialle, né bene il vi,so; ma ,mi accorsi sùbito, ,dai movimenti del corpo ,per tenere a bada il veinto, che era bella: E con quelle deèi– sio1niimprovvise che avevo allora, la rincorsi, la, sorpas,sai, mi posi avanti a lei, prima. che entrasse in chiesa. Ella parve nel primo mo– mento spavoota.ta, , ma sùbito si riprese,' e disse : - Ah, .signor Oa- pobiondi.... · Io caiddi dalle nuvole. Chi era? Mai l'avevo veduta,. - Come, non mi riccmosce? Sono l' A-grimonti. Maria Agri– mo111ti. La mfa oonfusiorn~ non fu minore; ermno passati appena due runni e mezzo, e illOnlni racca,pezmwo·. · - Oh, sigmorina., -- dissi senza capire quello che dicessi, - oome ritornerei voleintieri in casa sua.... · E .subito-dopo, ,per riparare l'audacia oommes.sa e insieme far111e u1napiù ,gr-ossa: - Che meraviglioso pram,o, ricordo .... - Ah, se è per questo'-- rispose lei, ridendo - venga un'altra volta .... - Ma .s:ub±t-o, come se avesse un altro pensiero: - Ora però mi la.sci andare in chiesa. Entrò, ,siòomparve. Io rimasi allibito. La ,prima impressione fu questa: oome diavolo da quella bambinona brutta, da quel fagotto di grasso irnforme, fosse potuta sgusciar fuori una oosì bella do111na. Non ani raoc~ezzavo, mi sarei dato i pugni il!1 fronte per capire. Non riuscivo a rfoordare: dlue raga-zzone massicce e sode, che mrun– giavano ,tutte e due per un lunghissimo pra111zo a bocca piena tutte e due insigni:ficamti. E questa, qual'era? Quella bionda o 'quella, bru111a?Era quella bionda, senza dubbio. Non avevo :fatto in tempo a vederle i capelli e for,se neppure il colore della pelle ma 1t10111 avevo dubbi chè fosse quella- bionda. Ma come diavolo ~ome dia- · - volo aveva fatto, in soli due anni'e mezzo, a diventare ~sì? Mi str,o,piociavo gli occhi, temendlo è)le. il sonno, la fatic,a del lulIÌgo via,ggio, la luce ililce-rta,di quell'ora. dopo l'alba, mi avessero inga111111ato. L'aria ·cruda del mattino, i primi rumori dei carri nella BibliotecaGino Bianco
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy