Pègaso - anno II - n. 7 - luglio 1930

72 B. Tecchi davano fil viso un'aria di stwnchezz.a non priva di nobiltà. Gli occhi aveva mobilissimi e come spauriti, e anche le mami bianche e lievi, che sulla toyaglia IIlO!Il tr,ovavano pace, pareva cercassero un posto dov;e nascondersi. M'era stato presentato, era il fratello di lui : fece 'llll illlchino, ma 1I1ondisse parola. Mangiò da prima oorrettissfuna– moote; l'unica parola fu, a un tratto, per l'ospite : - Lei conosce la musica? - e ,poiché la risposta fu negativa, si rimise subito a mam.giare abbondantemente, ma .silenzioso. Tutti 1mangiavrunoiin quella casa ferocemoote, ma come distratti, quaisi ohe i cibi, benché squisiti, non li gusta.ssero. Si sarebbe detto che mangiavwno colll una specie di rabbiosa malinconia. :m probabile che questa mia osservazione sia di poi, di quwndo ripoosai a,gli Agrimonti, e certo, anche se mi balenò ilil quel giorlll•O, · l'attribuii all'abitudine di mangia4' sempre bene, in ullla casa ricca; . e poiC'hé illlvece il lungo viaggio, l'aria fi1I1e la scar,sa consuetudine a sì lauti pranzi aveva.no risvegliato in me un rispettabile appetito, poo,sai io a mamgiare con saporita lentezza. • Non solo passarono sotto il mio palato tutte le varie specie di pesce che la mattina avevo a,mmirato in piazza, ma a un certo pulllto ebbi la sensazione di Ullldelicato passaggio, quasi U1I1 ponti=– cello tra diue rive, dalle vivande dei pesci a quelle delle carni. Erano polpettillle sinelle, di uno strano sapore, con un contoooo lieve di cipollin•e e di salsa. Era pesce? era carne? Dopo una deliziosa dubitaziollle, .si sarebbe giurato che era pesoe. Lo domandai cauta– mente alla padrona di casa. Questa rispose sorridendo, ma non senza una cert'aria d'importanza: - :m carne: questo, piatto è fatto apposta -per risvegliare l'appetito, dopo le prime portate .... - Càspita, anche a questa diavoleria hanno pelllsato, - dissi tra ,nie. Ma m'ero appena voltato dall'altra parte, e vidi che il signore vestito di nero s'era incredibilmente intrugliato oon la salsa delle cipollillle ; e sui pantaloni, sulla giacca, sullo sparato della camicia, giooevano, come dopo un combattimento, le pruste, i ,sughi, pezzi di pesci dei piatti preoedenti; e ilil quel marasma illlvece di salvarsi, mentre gli occhi e le mani naufr,agavwno in una ,specie di smarri– mento, egli nolll faoeva che impiastricciarsi e affollldare seilllpre più, A uri certo punto si alzò, diede in una specie di grugnito, dispar;ve. Oi fu nella sala un momooto di .silenzio, oome l'ombra di una sciagura. La v,oce allegra del ,signor Carlo che cercò di sopraffare l'imbamzz.o, suolllò falsa; le raigazz.e allibiro1I10. Ma poi ii ritorno dei camerieri, la vista delle cibarie, la mia stessa allegria, oosì persistente in quel giorino, ricondussero l'equilibrio. Furono mwn– giate altre vivand~ e quando si arrivò fil piatto trionfale, non potei fare a meno di manifestare il mio ootusiaismo. Stava ,sul piatto, tutta ,arrosolata di un bel color d'oro croccam.te ,,interrotto appe!Ua 'qua e là da qualche rametto hrulllito d'·aHoro, una bella porchetta ,di latte. BibliotecaGino Bianco

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