Pègaso - anno II - n. 7 - luglio 1930
l r, rn,çsi 69 sottile di pietra alla fine di ogmuinodi essi, sicché l'insieme, vasto e potente anche se illlcompiuto, dava l'impressione che, se lllOn car– rozze, per lo meno muli o asini sarebbero potuti salire in oorteo su per quella scala. Fu questà, ,sing,olarità che fece-trabocca.re lo stato d'animo del giovine da ,buollll!illOre iill allegria. Salì quasi di corsa, ma quandlo fu Ìlll cima, di fronte a una porta sbarrata, sentì un gridìo di voci acute, curiose: donne che altercavamo. E qui rioominciava la fac– .e,enda del campanel1o. Benché l'esperienza di prima gli suggeri!Sse di tirare oolllun oerto vigore, ,s'attaocò al cordino con cautela. OOlll– seguenza di Ull1a lievissima tirata fu il ,susseguirsi ininterrotto, lun– ghissimo di una sequela di strilli acuti e sgamgherati d:alla bocca di un crumpanello, che non la finiva più. . Ma le voci delle donne •s'era!Ilotaciute, come d'incrunto; e, come dopo un tuff o nel silenzio, e ooo che ritomavano a gaUa: un po' più lontrune, ma evidootemem .te le stesse, con una vibrazio[le in più, tutta gentile e pacata., che voleva esser disinvolta, e le •scopriva incauta– mente per le voci della siginora e delle si•glllorine. Il giovine Oapobio[ldi fu introdotto da nlila cameriera in un corridoio buio, e da questo Ìlll U[la sala vastissima e spoglia, senza tavoli e senza ombre, con una luce che entrava a fiotti per le finestre troppo ampie. Quasi abbagliato da twnta luce e da quella vastità nuda, il giovine lll:onvide al primo momento che i[l fondo alla grande sala c'era un signore corpulento, .seduto su una poltrona accanto a Ulllcaminetto. Benché fosse rivolto dalla parte dove il Oapobiondi era entrato, pa,reva che questo signo1't' non si fosse accorto della presenza del nuovo venuto; n-0111 si mo.sse, non disse una parola, nolll alzò neppure lo sguardo, ed era tutto intento a farsi mordere la punta di U111a scarpa da u,n cucciolo nero, che gli girava intorno affaccendato per quella bisogma,, ma silenzioso. Qualche minuto d'attesa,, ed ecco dall'altra parte della sala si annUll1cia il frÙscìo dli UD.agonrna. Era UIIl fruscìo lieve, che pareva venisse di lonta!Ilo, attravenso una serie lunga e diritta di altre sale vaste come quella,, ma che avviciillamdosi, s'accresce, s'a,ccresce come un vento .... Co.me un gra!Il vento, che fa -scuotere i vetri delle fùnestré, irrompe 'nella sala una signora enorme, alta, grassa, vestita di. un oolore rosso sgargirunte. llll contrasto oon tutto quel grasso e quel rosso aveva , sulle labbra un •sorriso lieve, quasi atteggiato a compUll1zione,e un inch inar.si del viso da parer prezioso. La signora ha un gesto di ,pacata impazienza co1IDe per far capire che il signore IIlOIIl doveva esser lasciato lì, in piedi; sorride, passruno tutti e due Ìlll un salotto meno vasto, con una luce più raccolta intorno a mobili tutti di drumasoo ,scuro; siede, fa ,sedere, prende la lettera che il giovam.e Oapobiondi le offre, la legge con lentezza seriosa, oome se facesse fatica a, raccapezzarsi. Ma q_ua!Ildo è alla fine e ha visto bene BiblioteèaGino Bianco
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy