Pègaso - anno II - n. 7 - luglio 1930

Parole di...: musica di.... 39 l'ho tutto illlzuppato di musica. Ma lei può caaitare senroi aspettare la musica e !lloi invece, p,overi musicisti, abbiamo bisogno delle pa– role, ahbiamo bisogno degli altri)). E qui lamentele e pianti di coc– <QOdrilloper (l'inferiorità d~i poYeri :musicisti costretti a rivolgersi alla pigrizia dei poeti, Rossini a Sterbini, D001izetti ,a Piave, Verdi a Ghislanzoni o a Oamma,rano, come se la padrona wnche in questo campo fosse la divina p,oosia, come se i trionf~tori del mondo lirico fossero prop1rio i signori Sterbini, Piave, GhislrunZOIIli,Romani, Somma, Solera, Orummarauo, tutta gente che dowebbe iillvece ri– spoodere di tante sublimi idiozie, ess•etndloormai ,st·abilito che il librettista è i!l 1prortotipo dell'airtista medioòre che •suggerisce la for– mula al genio. Una cosa che stringe il cuore, veder questi geni alla ricerca delle « rose del volto pallenti >> e delle « orme dei passi spietati>> ! Ma ~enza « o•rme dei passi spietati)), cioè senza le pa– role) si ottiene forse opera in musica, di quelle che fan gridare alle porte dei teatri sfarzosi, fra il rotolìo delle carr,ozze, lo sciabordìo delle sete, lo sfavillìo delle gemme : « Il libretto dell'opera, una lira>>? · - l1I1somma, - concluse_il maestrino traittam.domi, tutto melato, da Oamma,ra,no o da Piave, - mi fa un bel libretto ? La sensazione fu strana. Sì, aspettavo colll ansia il gram. gio,rno che qualcUillo mi avrebbe ~hiesto qual•cos-a. Noiri sapevo precisa– mente che cosa, non pensavo certo a un libretto. Ora un musicista, un autentico musicista, che ,dirigeva um.a,stagione d'opera al nostro Comunale, voleva un iJ.ibretto da ,musica.r senza indugio, chiedeva questa cosa a ulll ragazzo, gliela chiedeva molto semplicemente oome avrebbe chiesto un ,sonetto per St'rata d'omore al farmacista o al - veterinario, ai poeti di qui, del paese. :B-: il maestrino, l'alli~vo di Mascrugni, a cui non avevo voluto dare importam.za, diventava quasi d'un tratto un genio musicale a.lla ricerca di parole, par,ole, di queste benedette parole. Parole di.... musica di.... Non ,mi passò per la mente ch'io lllOn,s,a;pessifare una oosa che d·oveva esse.r facile se ;si_ chiamava modestamente parole. E poi un poeta di sedici runni · deve saper fare di tutto. « Di tutto Uiil po'>> si:a la .sua disoreta, indiscret·a divisa. · - Un'-òpera, - dissi, - in quamti atti ? - Per cominciare basta uno solo. - Un atto forte, realistico, alla Cavalleria rusticana? - Va bene. Alla Cavalleria rusticana. Per: restare 1I1ellatradizione, bisognava, t.rarla da Uilla novella, e la nòvella era prOillta. Come? Il maiestrino non ,s'rnsipettava ch'io a,vessi scritto ainche Uilla novella rustkana ? Eccola qui, pubblicata in uno ,de' miei giormalucoli. Gli a111dava il titolo La bocca del lupo ?. -Gli a!l1davano i ,nomi dei ipe.rsonaggi iiil dialetto ? Manuvlìill tenore ? iblicitecaGino Bianco

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