Pègaso - anno II - n. 7 - luglio 1930

Boccaccio e il « Decamerone >> 23 rnerone, il giudizio che 1o anima, l'attitudine di Giovanni Boccaccio davanti alla materia del suo libro e alle passioni e ai contrasti e alla varia umanità che in esso si agita; la sua situazione morale, i limiti ed il carattere : in una parolia, la ragione dell'opera. Posizione di ccmoraHista )), infine, tra i pochissimi veri che ab- 1 biamo avuto irn Itialia, librato tra la commozione e l'interesse, tra l'ammir-azio1I1econtemp,lativa e ila sorpresa dell'uomo. I dieci novelllatori evocamo le tragedie più cupe, ma le a,ccolgono in sé oon piena purità d'animo, senza restarne menoma.mente offu– scati, dicono le cose più ern-ormi sernza parerne tocchi, rasentano a volte il baccrunialesenza ca,dervi mai. È la ,semplice situazione di chi sente la sua stessa vita e quella -degli altri per un momento staccata da sé, e la .studia e ne gode la bellezza oon amima pura, sernza più un'ori:tbr0, di interesse terreno, :ma non si dimentica per questo che quei sentimenti e quei pensieri, quelle gioie e quei dolori, furono amche suo,i, e suoi o dei suoi simili potraI1JI10 essere dom3Jlli. Umanissima e divÌIIla «esitazione)), che ci fa capaci di tòccar pietosamente gli estremi delle UJillamepaissioni, di sentirle come possibili anche per noi 1I1el nostro cuore, senza per questo lasciarci irretire dalla loro v;j,schiosa materiialità naturale : e ci permet·te di giudicare 001I1giustizia ma oon carità, di ritrarre con verità ma senza acredlime, di sorridere senza str,aziare, di condarnriare, quando accade, senza incrudelire. Ed è proprio nel libero esercizio e ne llo .spensierato godimento di tale beata faooltà, IIlell' abbandonar.si, con tutto l'estro e COIIl tutte le risorse della maturità di IUIIl g rande 1I1arratore, alla gioia di cr,eare in rtamto equilibrio di umori e in tal letizia d'anima, il prin– cipio e l'ispirazione di tutta l'o.pera, ila vera, altissim0,, qualità poetica del libro. E veraimente una felice libertà è il suo pregio più continuo : una libertà che è sicura nella sua leggf! ed ha trasfuso i suoi limiti IIlella stessa ragion poetica dell'opera, che diventa profondità, totalità di visione. Per questo il comico può andare aJll'estremo : la prontezza dei motti, la facilità delle trovate, l'estro continuo dei particolari, sembrano trascinare vi,ttoriosamente il racconto di pagina in pagina, di battuta in battuta, fimo ad un clamoroso scioglimento, o alla o O'Ilclusione ironica, secca; ma non c'è caso che il .gioco diventi fim.ea ,se stes,so, buffoneria piroteclllim, o è ben raro. Si potrà d ubitare d avanti alfa 1I1ovelladi Alibech, 1I1arrata dal ma,tto Diooeo, davaru.ti a Madonna Filippa. Iin « Ser Ciapipellletto )) si ride, e sembra. di toccare i limiti dello scherzo sacrilego, ma a novella finita, la trista figura del froda,tore aduna veramente in sé ogni ,scherno, a farsi più nera, e si resta interdetti, e s'indovinamo BibliòtecaGino Bianco

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