Pègaso - anno II - n. 7 - luglio 1930

Boccaccio e il « Decamcrone J! 21 passeggi nelle ore del tardo mattino, pei brevi colli e per l'ariose valilette corse da limpidissime fontaJne. Tutta quella campagna così tipicamente fìorentima, libera ma non selvaggia, colta e non mai artificiosa, interpretata così p,iacevolmente da quelle ililgenue stampe riproducenti i « luoghi del Deoamerone >> che omarono la Vita del Baldelli. E le adunate per novellare, raccolti tra oscure siepi o ,sotto chiare pergoile, sulle ore più luminose del giol'lno, nelle ombr-e leggiere e fresche del meriggio, mentre nella campagna d'in– torno « il caldo è grande, né altro ,s'ode che le cicale su per gli ulivi». In questo temperatissimo clima, avvivato come da un fresco e moderato vento di prima estate, passa1110 i giorni i narratori e le IIlovellatrici del Deoamerone : e son pagine lievi, nervose e molili a ·un tempo, dove la potenza dratmmaJtica e la vigoria del grande stilista sono rattenute e piegate all'idillio, dove i contrasti sono risolti in rapid!e al'lfiloniose movenze, come in figure di danza : dove le persone dei novellatori e tutti i loro gesti e le a,zio[li, p,iù che risaJltare in sé e servire alla vita reale di questi strani eremiti, stanil1o a sig,nificare il loro momentaneo distacco dal mondo, il loro presoote stato di grazia. Sì che s'indovinano in essi sangue ricco e pienezza di cuore, ma quasi tenuti in disparte, come possibilità alle quali per il momento non voglion pensare, tutti intenti a godersi dalla loro effimera altezza, uno spettacolo nel quale essi stessi hamno fatto da attori, e dove tomera.nno a prendere la parte che ,si oon - viene,_a festa finita: tutti .presi e legati nel solo impegno di raccon– tare, e di racoontar bene, completi e inafferrabili come ombre di uomilili vivi. Non è neppur Yer o che siano ve ramente impersonali, confondi1biili, che ,non si possano immagina.re per oiaiscuno di lorQ rupp·ropriati pensieri e ooITispollldenti passioni; ma quello che conta, e che sola è illThill.Ìil1,ata, è una ,spedale tendenza del loro animo, un loro pairti– cola,re atteggiamento •dello spirito, quasi da strutue si mboiliche, che essi ma!Iltengono sempre fino alla fine: sono figure «di mamie.ra», il rifles-so vivent~ di singoli stati d'aJI1imotutti vissuti o vagheggiati dallo stesso Boccaccio, gli immobili modelli di quelle stesse passioni che ,sono, vive libere e tll'avolg®m, !Ileiloro ,raicconti. Così è Filostrato la perfetta ivunagilile del11'amor disperato; Dioneo (1o « spurcissimus Dioneus >> di certi momenti giovam.ili del Booca,ccìo) goditore spregiudicato e ,scherzoso, e PaJnfilo d' .animo gramde e serooo ; così è Pampinea, donna saggia e sicura, di armo– niosa e matura gi oventù, lieta d'un suo felicissimo amore; e Filomena, che le è qua.si u!Ila sorella minore; Lauretta l'amante aiddolorata; Emilia la 1]usinghiera, presa soltanto di sé come Nar– ciso · Elisa d!olorosa.m.ente schiava di UIIl aimore non ricambiato ; ' ' . --" Fia,mmetfa,, la perfetta amatrice, che teme c0111tfarnamente d-1 peruere ibliòtecaGino Bianco

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