Pègaso - anno II - n. 7 - luglio 1930
18 M. Bonfantini legati aJll'amima dell'autore) furono essi stessi i protagonisti di quanto vam raccohta.111,do, e il Boccaccio è ancora troppo interessato ai casi loro; ma la tendenza più utile all'arte (tra,scurate le astratte all~gorie, che trovavano effimero sfogo nella Amorosa Visione) è ormai quella: d'i riuscire a far materia spregiudicata al raccontare di tutte le esperienze, perso1I1alio no, di cui egli è ricco. II Ninfale Fiesolano è il primo vero successo, ÙIIl breve capo– lavoro: la Fiammetta) il tentativo più crudele di far da spassiolllato narratore di sentimenti che forse a tratti lo turbavano aincora.' Ma la Fiar111rrvetta rundò troppo oltre : è precisa e spesso gelida : sembra quasi che le oornnivenzc sentimentali, troppo violentemente represse, cedamo il campo a un interesse scientifioo da romanzo sperimentale. Boccaccio nolll doveva esserne contento fino in follldo, ché, per riuscire a non turbare co1I1 egoistiche sofferenze o piaceri i suoi racconti, IIlOIIl voleva r inunciare però a giudicarli, a ooglierllle l'iint~mo senso, a ,stabili.me i mpporti OOIIl Ila vita reale tutt'into,rno. Per ottenere lo st acco più c ompleto e salvare insieme il significato ideale, gli occorrevamo d~i «testimoni>> : tornò al sistema della cornice, del narratore intermediario tra lui ed il pubblico, ai per– SOIIlaggi fittim che potesser,o far da « gilJldici>> spaissfonam e nolll im– portuni, iillumiinando i fatti man mooo narrati coo la .giusta Quce, ila sola. Nolll si può pretendere lllé immagiinare che sia stato UIIlO sviluppo oosì lucido, anzi pare fosse per gran parte inconscio : ma la cornice del Decamerone fu certo dovuta a ,questo irresistibile impulso del poeta ad esprimere il suo stato d'animo davanti agli avveini:menti e alle per,sone nate daJ .suo stesso cuore: a, dire La sua parola, che lllon fosse egoista, a darci la chiave del suo m01I1do, a, :fi.ssarei limiti morali ootro i quaQisoltanto possono e debbono venir rettamente giudicati questi uomini creati da lui. Non abbiamo ill · diritto dri dire che fosse Ulllbisogno artificioso : fu amzi trunto più necessario, forse, quamto più iinooill!soio : e la «cornice)) ci appa.re troppo natural oompimento alle novelle, e troppo vitale e perfetta l'unità dli tutta l'opera, per immaginarla frutto di un semplice artifizio retorico. E 1I1eppure fu un'esigenza suggerita dai tempi, speciosamente medievale. Poeti grandissimi ne fecero a meno altri nOJ1me.no grandi Ja sentirono e vi olibedirono nei ·modi più di~er,si : i cori della tragedi'a greca, o anche il persoliiao-giodello stesso autore giudice e «testimone>> i.in ' Proust, possono d~ .. r benissimo l'idea di una a1J1aloganecessità, in c limi spirituali ed! i111 poeti lontanissimi seguita con mezzi diversi, ma rivolti a scopi assai simili. ' OOJ1 la «cornice>> Boccaccio afferma du1I1quee definisce dava1J1ti a se stesso ed agli altri il nuovo climia, l'atmosfera spirituale nella quale ,si .potrà liberamente espam.,derela sua vena di rui.rrato,re : e ciò subito, dalla prima pagina del Proemio, di quel Proemio così BibliotecaGino Bianco
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