Pègaso - anno II - n. 7 - luglio 1930

Boccaccio e il « Decamerone » 15 lat:r,\ci, s0010 ii.!ll verità « assai ev3filesoonm))., ma « non senza lllil'iin– tà:~ ragione artistica)), perché « la com,i,ce del Decamerone è e dev'e&sere decorativa, e qu:ùndi non può aver mollto rilievo )) : ma altrov\ di questa « evam.escenza)) quaJSi si rammarica. E la stessa ragi-On' per giustificarla, quell'affermare soltanto decor~tiva la coiI'nice del libro, è già pericoloso: tamt'è vero che egli riC0111osce (pur con qualche ingiusta :r:1serva,)1a grandezza e serietà morale dell'iintrodu~ione, SleJllte amorosaanoote l'iJ:nrportanza di quello stato di'™1imo, e quell'improvviso fiorir di ,pensieri che· porta PaIIllpinea alla lieta propo-sta di far brigata e partire: ma il passaggio dove Bocca.cci.o giustifica, e afferma necessaria la frunebre imtl'oduzione (pu!llto delicatissimo, e di grain risonanza nel séguito) gli pare « un freddo compiacimento iintellettmalisrtioo.... e un povero moraleg– giare)). Segini ammonitori ne trovò pur molti qua e là nelle sue inote, e molti ne ,sentì, ma sembra che tr0ip,po Ì!llvecchiati giudim. propTio a lui, partito così generosamootre e gi11JJSitameJJJte 00tntro la frusta immagine di un Boccaccio « boccaiccesco)), gli legassero la mano 1 sooza parere. Semhra ch'egli no!ll riescia a vedere ll'impor– tam.za dedsiva di certi ritorni autobiografici dell'introduzio!lle (e che so n proprio ,sul tono di quell'accBnno qui pTima riportato, che illu– mina l'ultima pagina dell' .A meto). E non crede alla sincerità ·di certi risolutissimi giudizi morali, daJl Boccaccio chia,rameinte ricercati. Ricordi e giudizi e atteggia– menti che, nell'introduzione e in tutta la cornice, sono l'afferma– zi-Onepiù sicura della ta!llto cerc.ata e discussa « posizio!lle morale)) del Boccaccio di ifro!llte all'opera sua, del giudizio sui fatti e [e passio!lli e le anime giustamente implicito nei racconti, della ragione stessa del suo raoco111tare;,essi che ci devono dare la misura per giudicare bene delle _novelle: e specialmente di certe che, a detta del Mòmigliano stesso, più imbarazzam.o il critico, di quelle che sembrano fatte soltanto di av:vooture (Mail.oillnaFram.oosca, Alatiel) e di -quelle, più am.oora difficili, dell'u,ltima giornata, di quelle dai c<111obili .sentimenti)) che parvero troppo spesso esagerati. Per questo una retta inrorp['etazione della funzione della oomice nell'orgamismo vivoote dell'opera può sola suggerire uin priincipio di giudizi-o uniforme, che vaJ-ga,a illuminHJ•ci egualmente tutte Ile ino– v~lle del libro. È uscito m questi giorni, presso il Petrini, un lungo saggio sul Decamerone di Umberto Bosco, libro di parti assai prege– voli dove s0111 messi i!llopera felicemente tutti gli st:rom.enti che può ' . fomire a lllilcritico (oltTe il pronto ingegno e il naturale buon gusto) l'abitudine a 11111a scuola severa e ai1. uno studio ooscienzioso, e la oonosoonza, per l'am.alisi, di tutti i ritrovati della moderna critica estetica. Pure non è difficile trova.re nell lavoro un ch e di iSCOIIlJllesso, la mancanza d'un punto dì vista unitario che aocordi i.in sé le siingole a,naJisi; il che spi111ge il critic-0 a co111dannare senz'altro tutte le ibllotecaGino Bianco

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