Pègaso - anno II - n. 7 - luglio 1930

\ \ \ BOOOAOOIO E -JL « DEOAMERONE ». « E tu, o isolo amico e di vera amistà vera.cissimo- esemplo, o Nicoolò dii Bartolo del Buono di Fireinre, alle virtù del quale non hasterieno i miei versi, e però tacciole, 3/VVeginMhé sì per se mede– sime luoono che di mia fatica non hairuno bisogno, prendi questa rosa tra le spÌtlle della mia adver.sità nata, la, quale a forza fuor dei rigidi pruni tirò la :fiorentina bellezza, me nell'infimo st3Jllte dellle tristizie, dam.dose a me con corto dìletto a ,disegnarsi. ... >>. Il troppo folto Ameto si chiude verbosameinte com'era comin– ciato, ma è qui, pur tra i ,giri del complimento, una ,specie di labile grazia, una allusione affidata all'iinc3Jllto di poche dimesse parole e di UJI1a immagine comune. Nelle pagine dì ,prima, _oomein tutte le opere giovanili, contilllui ed abboiI1danti, minuti e fastidiosi, i richiami autobiografici : qui runche ,nella forma, contorta rna non per volontà retorica, è come nn nuovo pudore, e più profondo e serio l'Moernno a se ·stesso, e più esattamente .stimato (e non solo in senso egoistico_ oome quasi sempre fino ,aidallora) è il valore, nell'opera e nella vita, di tutto il clima ,spirituale così sommariamente definito. In questo fol'Se sta l' inC3Jilto di quella frase, persino un po' maldestra, a pensarci. bene, per troppa energia di parole, ma penetrantissima: « .... que– sta rosa tra le spine della mia adversità nata, la quale a forza fuor dei rigidi pruni tirò la :fiorentina bellezza>>. Un Boccaccio ancor preso negli acerbi e vitali dolori -della gioventù, che già s'allieta però con « corto dillètto >> a di,seginat·el'opera sua,; e quella « fi-0ren– tina bellezza)) che è come un aprirsi di nubi, un esp-amdersi improv- , v:iisodi limpido sole sui colli :fiesolani ch'egli cominciava ad amare : il richiamo ai luminosi prossimi sorrisi del Decamerone. E un presagio del Decameron.e è veramente in queste linee, e nell' Ameto. In tutt' altiro senso veramente lo illl 1 tese il bu001 Sansoviino, che neJlla prefazione alla sua cinquecentesca edizi,o,ne dell' Ameto, lo chiiamò sì« qua,si 11111 piccolo Decamerone >>ma badam.dopiù e troppo all'impalcatura del libretto, dove « s'adUJl.ano ,sette do111ne Ameto iiI1sieme)) a raccontare.. .. Osservazio,ne però 1110n ,priva di valore, e ohe è forse il p,rimo ~ ein.no (se pur gettato allla ri111fusa con molte ibliotecaGino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy