Pègaso - anno II - n. 7 - luglio 1930
M. BONTEMPELLI, Vita e morte di Adria e dei suoi figli 123 grazia e bravura, egli si destreggiava ? L'ho detto di già; la colpa sarà , ~nche nostra. Ma Bontempelli è sceso, sì, in terra; si è accostato, sì, a sentimenti, a persone, a fatti che potrebbero essere veri; ma non è sceso come uomo tra uomini; il suo animo, pure accostando persone vere, è rimasto nell'aridità delle geometrie aeree, delle letterature, delle astrazioni. Tra, fantasia e verità, il libro è rimasto in una mezz'aria d'equivoco. Se è destino così, meglio è che Bontemp_elli torni a far le sue giostre tra le nuvole. Gente terragna, noi .non lo seguiremo ; ma per il bello spettacolo, lo saluteremo da terra e gli faremo evviva con una mano sola. PIETRO PANCRAZI. ARTURO LoRrA, Fannias Ventosca. - Buratti, Torino, 1930. L. 12. Chi ricorda il primo e fortunato volume, Il. cieao e la Bellona, che ha dato ad Arturo Loria,. due anni or sono, un'assai lusinghiera nominanza, non può trarre dalla lettura di Fannias Ventosca che un'im– pressione di rinnovato e approfondito consenso. Non già che alcune a:sperità e dissonanze che sono nella fantasià di Loria e si traducono puntualmente nella sua tormentata espressione letteraria, siano scom– parse nel nuovo volume; ché anzi la recente raccolta sembra presen– tarne segni non meno ripetuti e inquietanti. Ma resta l'impressione che importa soprattutto: di un lavoro che da uno stadio prevalentemente letterario-decorativo (quanto Callot, quanto Goya, quante vecchie stampe abbiamo inteso ricordare a proposito del Cieao !), scende ormai nella regione che sola conta: quella del cuore umano e delle sue im– memorabili e oscure vicende. Del vecchio manierismo, - accettato e cosciente fin che si vuole, ma non per questo meno ristretto nei suoi limiti, - permangono in Fannias Ventosaa alcuni aspetti caduchi; ma si tratta di festoni di carta, di « partiti di pi~ghe », di trovate psicolo– giche meccaniche e inconsistenti : e non impediscono alle parti più vive della raccolta di offrirsi in piena luce all'apprezzamento del lettore. Fan– nias Ventosaa è perciò un libro più disuguale del primo : al felice e un po' facile equilibrio al quale si dovevano i risultati quasi perfetti di I segnali, Il aieco e la Bellona (la novella che chiude il primo libro) e che ha dato qui, nel Falao', .forse il suo frutto migliore, succede nn « andante ii avventu_roso e impegnativo nel quale le cadute si alternano alle prove. brillanti, i geroglifici tirati giù alla brava per riempire la pagina si succedono alle note più intonate e penetranti. Ma alla resa dei conti solo un cjeco o un sordo potrebbero rifiutarsi di ammettere che Loria è, fra i ·molti scrittori che provano gusto a star fermi, un uomo che cammina e segue una strada col proposito di seguirla fino jn fondo. E dove codesta strada possa condurlo può dircelo fin d'ora una novella del recente volume, -Le Sirene, che non ~ soltanto la migliol" composizione della raccolta, ma. è degna addirittura di figurare tra le poche bellissime novelle contemporanee. C'è in questa pittura del do– loroso esordio parigino di due aspiranti-aocottes goffe e ~alaccorte, • un segno fermo e sicuro, un'umanità semplice e raccolta che durano BibliotecaGino Branco
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