Pègaso - anno II - n. 7 - luglio 1930

120 M. BORGESE, La Contessa Lara convenuti a Firenze da ogni parte della penisola, come animatrice pre– diletta della loro mente; f1, Milano quando vi albergava quella « bohème 1> che· contò, fra gli a-Itri, superiori a tutti, il Boito e il Praga : a Roma, ove erano arrivati, quasi contemporaneamente a lei 1 Gabriele d' Annun– zio, lo Scarfoglio, la S.erao, i giornalisti più gagliardi e geniali che abbiamo avuti. Quindi una mirabile ricchezza di persone, di ricordi, di aneddoti e di testimonianze da illuminare: La signora Borgese, con virilità di intendimento e di persistenza, si è resa prima interamente padrona della materia, varia e sempre più cospicua; poi, mercé il lavoro austeramente compiuto, l'ha rive~ata con ordine, chiarezza, eleganza di stile. Ne è nato un volume storica,.. mente importante e ,formalmente riuscito. LUIGI LODI. MASSIMO BoNTEMPELLI, Vita e morte di Adria e dei suoi figli. Romanzo. - Bompiani, Milano, 1930. L. 12. La colpa di questo romanzo (perché mi pare certo che questo ro– manzo sia una colpa) per portarla meglio la divideremo in due. La prima metà se la prenda Massimo Bontempelli, ché insomma il r_omanzo l'ha scritto lui; l'altra metà della colpa ce l'addosseremo ;noi. E nel dir noi intendo ·tutti quei critici, ammiratori e amici di Bontempelli che, da dieci anni a questa parte, gli andiamo dosando, con equa man(), le lodi e i consigli. Le lodi furono e restano meritate: tra i moltissimi oggi scriventi, Bontempelli è dei pochi cui spetti di diritto il titolo di «scrittore». Partendo da uno spunto spesso volontario, e restando in una cornice predisposta, Bontempelli sa ugualmente riuscire ispirato, inventivo, vario. Sa l'arte e il mestiere. Quando le cose non van:qo a, lui, sa lui dove andare a cercare le cose. Gran vanto, Bontempelli dice sempre bene le cose che ha da dfre . . Queste e tante altre furono le lodi dei critici. I consigli riguar– davano piuttosto gli argomenti, i tèmi, le trame, in una parola la materia dello scrittore, che di libro in libro 1 di anno in anno, si faceva più ingegnosa, sì, ma anche più astratta, più capziosa, nieno ve:r;a.Piut– tosto che a favole o a fantasie, Bontempelli ci sembrava sempre più applicarsi alla soluzione di poetici teoremi; il favolista, il romanziere ne restavano sempre più sacrificati; lo scrittore ci appariva sempre più arbitrario, sempre più in pericolo; q.i anno in anno, sempre uno scalino più su, in aria. E quasi che da un momento all'altro si temesse di vedere sparire Bontempelli tra le nuvole, noi, .amici e critici suoi, ai piedi della scala gli si badava a ripetere: - Bravo! ma ora scendi. Bravo! ma ritocca terra. Scendi Bontempelli, o ti perdi .. Scendi, o tu ruzzoli. Che cosa è successo ? Bont1:mpelli è disceso (non dico che· abbia ascoltato i critici, ohibò; ma insomma ,è disceso) e ha scritto quasi di certo il suo peggiore romanzo. . -' - Vedi la bella utilità della critica! Vedi la gran bontà dei con- sigli! · . Un momento. Prima guardiamo il libro da vicino. BibliotecaGino13ianco

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