Pègaso - anno II - n. 7 - luglio 1930

. M. BoRGESE, La Contessa Lara 119 Cosi, per quelle deficienze, fu sventurata come donna e non rag– ,giunse l'altezza artistica alla quale nobilmente aspirò. Si direbbe, in– fatti, -che la sorte avversa che la insegui viva, si estenda ora alla sua produzione letteraria. Certo, ella non sali, neppure negli ultimi anni, all'altezza di una concezione originale. Da prima si conformò a quella maniera di poesia che, può dirsi, trovava in casa: della sua_maestra, che era graziosa poe– tessa, e del Dall'Ongaro, che n'era un assiduo. Aveva anche personal– mente' conosciuto il Prati, lo ammirava, e lo imitava come facevano tutti a quel tempo. Più tardi arrivarono i Postuma e da questi trasse per non poco ispirazione e movenze -nei versi che formarono il volume stam– pato dal Somniaruga, donde ebbe fama invidiata. Però rivelava in questi una afl'ermaq;ione personale : era una donna che li aveva scritti, li aveva sentiti. La femminilità, sempre cosi rara in letteratura, vi appariva finalmente schietta néi soggetti, nei personaggi, pure in moltissimi . accenni alle consuetudini e ai contrasti della vita domestica. E se non riusciva a nascondere, e forse neppure avrebbe voluto, la deriva– zione dallo ,Stecchetti, è da aggiungere che nessun altro, allora, sa– peva comporre la strofa con agilità e musicalità· pari a quella di lui. Il libro ebbe fortuna, ma anche la meritò. E con esso ella formò il proposito, cui non venne meno, di rinnovarti se stessa. Aveva sorpas– sato il periodo della mondanità inconsapevole e chiuso quello successivo della espiazione silenziosa. Ne incominciava un terzo faticoso e reden– tore : il periodo del lavoro quotidiano, alimentato dalla sp,e.ranza di con– seguire una mèta più alta. Chiara è nelle liriche degli ultimi anni l'in– tenzione di una maggiore severità di argomento, di una più schietta, personale vigoria di espressione. E non rimase inferiore al desiderio ; vi sono, in quei versi, specialmente paesa,ggi. che attestano insieme facoltà più alta di comprensione e possibilità più varia, più assolutamente pro– pria di forma. Ella era allora una poetessa, non solo geniale, ma sin– cera e commovente. Alcune di quelle liriche sue meritano di restare lungamente ricordate. E se, appunto per la conformazione della sua mentti, nella prosa non raggiunse una potenza egualmente suggestiva, si ha da riconoscere che, specie nelle novelle, seppe, non di rado, apparire efficace, varia, colorita. E il libro composto da lei per ragazzi, Una famiglia di topi, è indubbiamente fra i migliori nostri del genere. · Insomma, la «Lara» non fu esclusivamente un'amante disgra– ziata; poté essere anche una donna buona e una scrittrice varia, fe– conda, che va seriamente considerata e rammentata. Però questa della signora Borgese, è inizialmente, nella concezione, opera di pietà e di giustizia. La signora Borgese ha voluto penetra~e e illustrare tutta la vita . della defunt~, che incominciò a Firenze nel passaggio clamoroso della ~ capitale, passò a Milano_ quando la grande città si preparava alla sua ascensione economica; e si chiuse a Roma, agli inizi del rinnovamento nazionale. Volta a volta la donna, nel fulgore della sua bionda bel– lezza e nella seduzione della maturità ornata dal successo, si trovò in vicinanza delle persone intellettualmente dominanti; degli scrittori ibliotec8Gino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy