Pègaso - anno II - n. 7 - luglio 1930

cc L'ottava d'oro>> 115 parare a quella di una donna leggiadra e sorridente, che tutti guar– dano con letizia, senza che l'ammirazione sia impacciata da alcuna perplessità d'j.ntelletto, bastando, per ammirare, aver occhi e volgerli al grato oggetto .... Pure .... ». Anche l'immagine crociana è, diciamo così, di gusto baldiniano, rientra nel suo regno, in quell'ineffabile della donna che ·è il suo dolce tormento d'uomo e di scrittore. Non sarà da riferire questa passione, che è la passione delle passioni di Baldini, anch'essa all'Ariosto ?, . a quell' « amorosità >>che è dell'Ariosto, e che nelle pagine del Croce ha trovato un cosi commosso interprete ? GIUSEPPEDE RoBERTIS. MARIABORGESE, La Contessa Lara. - Treves, Milano, 1930. L. 20. Al titolo principale è aggiunta questa specie di didascalia: « Una vita di passione e di poesia nell'ottocento italiano•>>. E dell'aggiunta, per me, si sarebbe potuto, senza svantaggio, _fare a meno, visto che, per la passione almeno, il secolo scorso non fu proprio diverso da quelli che lo avevano preceduto. Ma questo a parte, l'allungata intitolazione a me spiace perché ·può trarre in inganno sulla ·contenenza, cioè la serietà, ed anzi la nobiltà, del volume. Oi sono, e .molti, quelli che giudicano un libro, senza anelar oltre nellat lettura, dalla copertina. Può essere, pertanto, che essi ne traggano argomento per concludere: si tratta di un romanzo storico o di una storia romanzata. Tale, del . resto, è la moda all'estero. Ma la verità, nel caso attuale, è assoluta– mente diversa. La signora. Borgese si è accinta al lavoro propostosi con intendi– menti precisi, rigidamente osservati, per narrare una esistenza avven– turosa, e sventurata nella realtà, ma realtà difficilissima, non cli rado, a chiarire. Perché di quella donna, che pure non passò oscura nena produzione letteraria del suo tempo, quante cose non si riusciva a conoscere con esattezza ! Già si incomincia col non sapere bene in quale anno e in che luogo fosse nata. Essa stessa assegnavasi un anno e un luogo non veri. Nell'atto di morte, segnato dal Comune cli Roma, era errato il nome del padre, e taciuto quello della maqre di lei : s'ignorava. La narratrice, pertanto, dopo avere stabilito che non a Cannes, ma a Firenze era nata,· e nell'anno 1849, - con scusabile inesattezza ella si diminuiV"1 l'età, - è andata avanti nel far luce intorno alla fami– glia e alla prima giovinezza lieta e operosa della donna sulla quale 1 poi ~i accÙmularono le sventure. A quattordici anni ella scriveva versi, e Francesco Dall'Ongaro la incoraggiava con la propria ammirazione; poco dopo era ammessa in un salotto molto invidiato, quello degli Antona-Traversi, e godeva della ammirazione calda e unanime suscitata dalla propria bellezza. Subito dopo fu accolta nei ricevimenti della principessa Poniatowski, della Rattazzi, cli Pasquale ,Stanislao Man– cini. Qui incontrò il figlio del grande giureconsulto, ufficiale dei bersa– glieri, che la sposò. Da principio il matrim?nfo parve felice, m'.1'in capo a pochi anni volse a catastrofe. Il marito l'aveva scoperta rnfe– dele · e ne uccise l'amante in duello. Da quel giorno del maggio 1875 ' , . fu clamorosamente nota; fu la donna fatale, la donna della tragedia. BibliotecaGino Btanto

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