Pègaso - anno II - n. 6 - giugno 1930
Fondiamo una rivista 699 del comò; e con l'aiuto di Gino le· pareti furono subito tappezzate d 1 immagiaii e di ritratti, int01I1ati alla 1I1uovafunziOIIlecui era adi– bita la stanza. Sulla porta, il disegno in bianco e nero, che U!Il, giovane artista ci aveva proposto per la copertina delle Cronache . latine: due enormi ippogrifi, protesi ÌIIl oorsa verso misteriose lilil– gue di fuoco e cavalcati da due giovani, i cui volti, dantescamente macri e a metà nasoosti daJlle ali dei mostri, erano recllini sulle :fiammelle di due lampade, che il vento della corsa adl ogni momento minacciava di spegnere. (Si era discusso a lU1I1go tra 1I1oi sul signi– ficato di quelle lampade e di quelle 1i1I1gue di fuoco, che IIlOIIl si sa– peva dlovenascessero e la.sciavano Claudio molto dubbioso; roo, poi, senza capirci troppo e persuasi dall'eloquenza altrettanto erme– tica di Do oatel1o, avevamo :fi1I1ito per cedere al fascino di quella sarabaru.da di fiamme, di vooto e di voli, ed avevamo accettato, en– tu siasti, il d1segno). Alla parete più viasta idella stanza, una copia del N ottivrno di Chopin di Balestrieri, ,qurudlrofamosissimo a quei tempi; e, sotto, ritratti di scrittori e di poeti : un Baudelaire di Oarri:ère, strappato aJd una edizione dei F'lewrs dii mal) Ultl D' Ain- . IIlunz.io tra lllna muta di levrieri, e la, f.otografi,a d'un quooro di Gelllua, !Ileiquale, sopra uno sfondo di un cielo in tempesta, era effi– giato Giovanni Papini. In cima a questa specie d'altare della 1I1ostra religio!Ile di giovruni poeti, ma molto in alto, quasi vicino al soffitto, la sollita maschera di Beethoven, comprata per pochi soldi da UIIl rigattiere, ruminava la sua smorfia stereotipata di dormiente, cui è stato ililterrotto il so1I1no eterno, e metteva su tutto come un tetro biancore dli pietra sepolcrale. . ,Ma ai piedi dell'altare, e doè sul ,marmo del oomò, che colorito scompiglio .... Un paio di cravatte a cciambellate ed un colletto gual– cito tra uno schedario d'iindiriz.zi e u,n pacco di bozze di stampa; sopra La sagesse et la destinée d i .Ma,eterlinck, ·la mia spazzola da capelli; il mio pettine come segnaJlibro d[ uno dei primi volumi ri– cevuti in omaggio dalla rivista, che già cominciava ad essere lllota per la no.stra propaganda verbale.... Ma oome impedire codesto scompig lio e codesta mescolanza della miseria della mia vita quo· tidia.na coo l'austerità di tempio dell'arte che avremmo vOlluto OO!Il– fe ri:ce al luogo, se questo restava pur sempre la 'lllÌa stanza da letto? Ma oggi sì, oggi che s'aspettano ospiti ta1I1toconsiderevoli, bi– sogna che questa bruttura scompaia; lo ha detto subito Donatello appena è entrato, mentre Serg~o, che è giunto prima di lui co,n Al– fredo, sembrava divertito e quasi commosso da questa mescolam·,a,, e s'era formato un po' a co1nsiderarla, con i gomiti sul marmo del comò; e taceva e sorrideva. Poi abbiamo disposto per lui, tra la scri.vania e la :finestra, l'l11Ilicapoltrona della mia stanza; e di lì Sergio ora segue Donatello, il quale si affatica a sgombrare il comò deo-li 00-0-etti « ilildecorosi )) che vanno a finire tra ile dispense e la' o 00 ibliotecaGino Bianco
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