Pègaso - anno II - n. 6 - giugno 1930

L'abate Galiani e il marchese Oaracciolo 667. · belles plac~s d'Europe >> - gli disse, con la consueta cortesia, Luigi XVI, alludendo al viceregmo di Sicilia. E il Caracciolo, che nemmeno morendo avrebbe riarnnziato a UIIl calernbour : - « Hélas ! Sire, la plus belle place de l'Europe est celle que je quitte: c'est la plaice de Vendòme ! >> 1 ). E la lasciò :ùnfatti una ventina di giorni dopo, :filandlo all'inglese. Notre pauvre Caracciolo, - scriveva la d'Épinay al Galiani 1'11 mag– gio dello stesso anno 2 ), - est parti. Je l'ai pleuré sans avoir reçu ses adieux. Il nous a rendu service à tous deux. S'il ne meurt pas de dou– leur en chemin, il vous remettra mon livre .... 3 ). Monsieur Celesia est parti avec lui. C'est une grande consolation. Mais le pauvre homme en mourra. Non niori, qumntunque i 111apoletanilo dicessero morto, non di ·dolore, « car le cceur 111'a jamais tué personne )), bensì d'idropisia. Ma certo il Galiani, nel rivederlo a Napoli, ove giunse il 7 giugno, gli t:r,ovò « une certaine jambe gauche qui est d'une architecture fort gauche et très différoote de la jambe droite >>. Pure, malgrado ~ «ce défaut d'architecture, l'éd!ifice pourrait durer enoore quelques anlilées, autmnt ,qu'il en faut pour faire du bien à la Sicile )). Se– nonché. qui era il difficile : co111vincere il Caracciolo, a cui non re– stava altra fiche de consolation che discorrere matt:ùna e sera di Parigi col Galiani; a vincere « l'aversion pour so111 Palerme >> e a imbarcarsi una buo111a v,olta su quel vascello di linea da sessanta caninoni, che lo attese invaino giorni e giomi nel porto, con gra.vi spese dell'erario e maggiori morrmorazioni del ministro dell a ma– rina Acton 4 ). Tuttavia bastò che sbarcasse ,sul suolo sicilian,o, per– ché, ripreso dal senso del d:overe, sapesse ridiventare il Garacciolo dei bei tempi parig:ùni 5 ). Nulla ilo prova meglio che un'ult1mia sua lettera al G,aliani (Pa-lermo, 21 dece:mbre 1781), nella quale, - dopo avere scherzato intorno a un collegio di paggi, tra i quali s'era «stabilita un poco di buggiara)), a cui egli aveva creduto dar rimedio ool farli assistere giorno e notte da un prete, salvo poi a dQ.Illia,ndarsi : « Quis ·custodit oustodem ? )), - continua cosi : Eccomi caro amico relegato sur les arides bords de la sauvage Sicile, e so~o occupato toto Marte a procurare il ben pubblico. Ma in- 1) GALlANI, Oorresponda-nce, ed. cit., II, p. 588, nota 1. 2) [nedita. 3) La seconda edizione, accresciuta, delle Oonversations d'l!Jmiiie (1781), 4) GALIANI, Oorrespondance, II, pp, 617-18, 621, 622, 623-24. 5) Sul viceregno siciliano del Car.acciolo cfr. LA LuMIA, n Viceré Domenico Oaracciow, nel quarto volume delle Storie siciliane (Palermo, 1883). Un nuovo ampio lavoro sull'argomento ha preparato il prof. ERNESTO PONTIERI,che ha già pubblicato come primizia, Ii viceré Oara.cciolo e la soppressione àel Tribunale dei Sant'Utfici~ in Sicilia (Palermo, 1928, estratto dall'ArchiVio storicO siciliano). 13iblroteca Gino Bianco

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