Pègaso - anno II - n. 6 - giugno 1930
664 F. Nicolini tire immediatamente per Parigi. Ma, questa volta, aveva di fronte 111emiciben altrimenti pericolosi di oo1oro che gili aveva.no fatto guerra sul terreno politico : le proprie gambe, che s'erano s trana– mente incurvate e gonfiate, e, peggio, una paura folle della ma– lattia e un desiderio i111te111so di guarire. Da che una supercura di bagni di mare, bag,ni minerali, stufe, « mo acciarato » e via co111- tinua111-do nella ,serie dei rimedi, tra i quali, p,er altro, come osser– vava il Galiani, si trovava di raido il mangiar poco, ch'era poi il solo che si mostrasse efficace. A fargli ingannare la lU111gattesa (partì da Napoli, e tutt'altro che guarito, soltanto ai prill1cipi del– l'ap,rile 1775) 111ton valeva se 1110n la compagnia del Galiani, il quale, :preso per l'affetto alla buona tavola e a Parigi, gli si consacrava tutti i venerdì, giorno in cui giungevano a Napoli le tanto sospirate « lettres de France)), cioè al GaliJmnidalla d':IDpinay e al Oa.raiccfolo dalla Lespinasse, dallo Ohastellux e da altri amici comumi. «Nous nou,s commU111iquons ainsi ,nos trésors )) (scriveva il Galiani alla <li'l!:lpinay), e poi, do,po pranzo, <moruspa,rlo111s tète-à-tete deux heures au moins de Paris )) 1 ). Per tal modo il Oaracciolo, che a Parigi aveva inoo111tratauna volta sola la d'Épmay, e .semp[ioomente per– ché, buo111 musicista e dotato d'una bella voc-e, era, stato uditore e cantore in un concerto presso il musicomane cognato di lei (il La– Jive de la Eriche) 2 ), cominciò, proprio da lo111tano,a conoscerla, stimarla e amarla. E più volte poi si recò da lei quando, dopo u111a breve fermata a Reims, per assistere in forma ufficiale alla con– s·acrazio111e di Luigi XVI (11 ,giugno 1775), tornò 111ella sua Parigi, ove non tardò a riaprire i saloni dell'ambasciata napoletana e mo– strarsi ai suoi ospiti « jaU111e comme un c,oi111g )), con le « jambes en'flées)), << crachant à faire h-orreur )) e << tousSa111t c,omme une ca– verne)) 3 ), ma, pur coo tutto ciò, a esibire loro la sua gioia frago– rosa di vivere i111 quell'ambiente, il suo inalterabile buon umore e tutto un fuooo di fila di nuovi bons mots. Quanto li feoo ridere il giorno che racc,ontò la disavventura d'u111 suo collega ill1diplomazia, -- un tal Gobbi, resideinte veneto a Torino, - il quale, av,endo as– su111to a cuor leggie:vo il grave pondo d'essere cicisbeo d'U111amar– chesa non per altra ragione che per c,onferire maggiore dlg,nità alla sua carica ( ! ), e :avendo :fi111ito c-ol trovare « oot honneur d'autant plus pénible qu'il 111e lui fut disputé par perso111ne t que les appas . sura111111és de la dame ne la :vendaient ni moins importune ni moill1s exigeante )), domandava a chiu111quei111c,ontrasse: - Caro amioo,. 1 ) Galia,ni alla d'lllpinay, 16 _luglio, 13 e Z7 agosto, 3 settembre, 29 ottobre 1774; al Magallon, 29 ottobre 1774; al Grimm, 20 marzo 1775; alla d'lllpinay, 15 aprile 1775 (Oorrespondance, ed. cit., II, pa.ssim). 2 ) Madame d'Rpinay al Galiani, 14 marzo 1774 (inedita). 3 ) Oorrespondance de madame dit Deffant, ediz. LESCURE, II, p. 569. BibliotecaGino Bianco
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