Pègaso - anno II - n. 6 - giugno 1930

L'abate Galiani e il marchese Garacciolo 651 mi giova lusingarmi_ d'un picciolo quarto d'ora per il vostro buon ·amico, il quale vi ama, vi stima e vi onora, e perciò desidera di aver notizie vostre .... Di queste parti posso dirvi poco, sebbene molto grande sia l'invi– luppo e la con~usione del ministero. Dapoi che Sua Maestà, britannica si è dichiarata di non voler assolutamente più servirsi degli attuali mi– nistri, vi sono state in due diverse riprese lunghissime conferenze tra il sovrano e Mr. Pitt, in cui non è stato conchiuso nulla. Tutto l'ostacolo procede da mylord Bute 1 ), che ciascuno pretende allontanarlo non solo dal maneggio degli affari, ma eziandio da ogni apparenza di favore e di familiarità col sovrano. Su questo punto i due partiti opposti di Mr. Pitt e del duca di Bedford sono perfettamente d'accordo: insomma Bute è la bestia feroce di Francia che mangia i ragazzi e la quale niuno finora ha potuto togliere dal mondo. 11 re, però, non vuole intendere parola del duca di Bedford, e per conseguenza actum est dell'attuale ministero. Ma Pitt, malgrado le premure del, re, non si risolve ad entrare nel gabinetto, perché teme di perdere il favor popolare e perché sdegna di servire d'istromento di vendetta al favorito del re, essendo la vera sor– gente di tutto questo chiasso l'inimicizia acerrima di mylord Bute e del duca di Bedford .... tMi era dimenticato di dirvi che, essendosi eccitata una pretensione de-ilavoratori di seta, i quali voleano affatto proibite le stoffe di Francia e perciò erano concorsi nel numero di dodicimila alle porte del Parla– mento, il duca di Bedford si oppose e fece rivocare l'atto, già passato nella Camera dei Comuni. Onde gli ruppero la testa con una buona sassata, e poi andettero a bruciare il suo palazzo, dove bisognò gran fatica della soldatesca per salvare lui e la sua casa dalla furia di quella gente, imperocché i soldati non potevano tirare sopra il popolo. La legge lo vieta, fino a che non si legge ai sediziosi un atto di Giorgio I, e, prima di tal formalità, vi è la pena della vita per i soldati e gli ufficiali. Intanto il duca di Bedford .corse evidente rischio di essere impiccato ad una colonna del suo palazzo. Non importa! sono piccioli inconvenienti che nascono dalla libertà. Quella gente era nemica del duca di Bedford, et non est hostis vublicus : onde si devono accusare ai magistrati e non procedere via facti. Mi pare che Iddio, avendo tolta la libertà, in tutti i governi monarchici, l'ha solamente lasciata in Polonia ed in Inghilterra per consolarci.. .. 2 ) Appunto ora mi càpita la vostra carissima degli 8 dello scorso, da cui rilevo il vostro felice arrivo e la buona accoglienza. Credo bene che, dopo molti anni di lontananza, a ciascuno di noi debbano fare mara– viglia le grida indecenti, i gesti sregolati e le parolacce de' nostri pa- . triotti. Questa ,è cosa più importante di ciò che sembra alla bella prima, 1) Il favorito di Giorgio III, Giovanni Stuart conte di Bute (1720-92). Il Ca– rarciolo secondo la pronunzia approssimativa, ne storpia il cognome in « Biuth ». 2) Questo considerare l'InghiJ.terra e la Polonia <e monarchie imperfette» per– ché non assolute, è un motivo frequente negli scrittori politici napoletani del Set– tecento, e lo si trova già in GL\MBATrISTA VICO. Ofr. Scienza nuova seconda, ediz. NrcoLINI (Bari, La terza, 1928), capoversi 1083 e 1092. . . 1bliotecaGino ~ianco Fondazione Alfred LeWiii Biblioteca Gino BianCO

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